COLDIRETTI CAGLIARI: SICCITÀ E RESTRIZIONI ACQUA, È ALLARME NELLE AZIENDE DEL SUD SARDEGNA: A RISCHIO QUASI 40 MLN € FATTURATO E CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO. NECESSARI I RISTORI E IL PIANO INFRASTRUTTURE IDRICHE
Per la stagione irrigua 2025 si prospetta una nuova batosta per l’agricoltura del Sud dell’isola: meno 5mila ettari coltivati e 40 milioni di euro in fumo. Ecco perchè Coldiretti Cagliari continua ad accendere i riflettori sulla situazione di difficoltà delle aziende: “Servono interventi strutturali e risorse immediate”.
DIFFICOLTÀ. Si attende un’altra stagione difficilissima per le aziende agro-pastorali della Sardegna meridionale. Dopo un 2024 segnato dalla siccità e dalla riduzione drastica delle disponibilità idriche, anche il 2025 si prospetta preoccupante. Secondo una nuova elaborazione di Coldiretti Cagliari su dati Adis-Istat, la riduzione del 30% delle risorse idriche per la prossima stagione irrigua metterà a rischio ancora 5 mila ettari di coltivazioni nel territorio, con un mancato reddito diretto di circa 26 milioni di euro per le imprese agricole.
CIFRE ALLARMANTI. A questi si aggiungono altri 10 milioni di euro di perdite legate al mancato valore dell’indotto, per un danno complessivo che sfiora i 40 milioni di euro solo nel 2025. Numeri pesanti, che diventano drammatici se sommati a quelli dell’anno precedente, con almeno 80 milioni di euro persi in due stagioni e tantissime, troppe unità lavorative svanite nel comparto agricolo locale.
La causa principale resta la mancanza d’acqua, con il Consorzio di Bonifica del Sud Sardegna costretto a ridurre le dotazioni agli agricoltori per far fronte alla crisi. Un taglio che, seppur ridimensionato rispetto all’ipotesi iniziale del 50%, rimane comunque del 30%, con ricadute gravi per l’intero sistema produttivo agricolo. Una situazione mitigata anche grazie all’intervento della Regione con i 35 milioni di metri cubi d’acqua messi a disposizione per il Sud Sardegna, a seguito dell’iniziativa di Coldiretti Cagliari con la manifestazione che aveva portato a un primo passo.
AZIONI. “Ricordiamo ancora in modo vivido le tante azioni messe in campo da Coldiretti per sottolineare la sete dei campi e la necessità di interventi – afferma Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari – su tutte, le grandi manifestazioni di due anni fa nella costa orientale, da Sud a Nord, con la grande mobilitazione sulle ‘vie del mare’ e poi quella dello scorso anno e di inizio 2025 nelle prefetture, con il coinvolgimento e il sostegno del Prefetto di Cagliari. Ma ancora oggi siamo molto lontani dall’aver messo in campo tutto il necessario, sia in termini di ristori per le aziende colpite, sia per il piano di lavori urgenti e strutturali”.
Il presidente esprime anche un apprezzamento per il lavoro del Consorzio di Bonifica, che “sta facendo tutto il possibile per garantire la massima portata d’acqua a tutti i consorziati”, e un forte appello alla Regione Sardegnaaffinché si intervenga “con urgenza, con misure tempestive ed efficaci per salvare le imprese e tutelare il futuro dell’agricoltura nel territorio”.
SOSTEGNI IMMEDIATI. Dello stesso avviso anche il direttore di Coldiretti Cagliari, Giuseppe Casu, che sottolinea l’importanza di una visione di lungo periodo. “Serve un intervento urgente sulla programmazione – sottolinea – parliamo di un sistema agricolo fondamentale e per questo è necessario pianificare azioni e opere strategiche, alcune delle quali sono già state enucleate e proposte anche dallo stesso Consorzio di Bonifica. Pensiamo, per esempio, al riutilizzo delle acque reflue – ricorda – una soluzione di economia circolare che può dare un contributo importante. In questo tempo serve visione, ma anche risposte immediate per affrontare con serenità la prossima stagione irrigua, produrre beni fondamentali per sfamare la popolazione e costruire economie territoriali essenziali per il sistema economico regionale”.
Una fotografia, quella tracciata da Coldiretti Cagliari che non lascia spazio a dubbi per il settore agricolo e senza un cambio di passo nelle politiche regionali sul fronte idrico e infrastrutturale si rischia il collasso di intere filiere produttive e la perdita di migliaia di posti di lavoro.