SARDEGNA ARCHEOFILM FESTIVAL: A MONT’E PRAMA SI INTRECCIANO
ARCHEOLOGIA, CINEMA E STORIE DAL MONDO
Dal volto di Alessandro ai riti dei Masai, il Festival ha preso il via tra restauro, mito e identità.
Oggi spazio ai film d’animazione con l’attesa prima proiezione del corto dedicato ai Giganti.
La potenza evocativa dell’archeologia incontra la forza narrativa del linguaggio cinematografico. È questo l’orizzonte che ha aperto, ieri sera, la prima serata del Sardegna Archeofilm Festival 2025, organizzato dalla Fondazione Mont’e Prama in collaborazione con Firenze Archeofilm, Archeologia Viva e Giunti Editore, all’interno dell’area archeologica che ha restituito al mondo i celebri Giganti di pietra.

A dare il via alla rassegna, Giulia Pruneti, per Archeologia Viva, e Tore Cubeddu, curatore e voce del festival. «Questa terza edizione del Sardegna Archeofilm Festival – ha dichiarato Pruneti – allestita all’interno dell’area archeologica di Mont’e Prama, ha un valore culturale straordinario. La location del rinvenimento dei famosi Giganti rende la manifestazione ancora più suggestiva, portandoci indietro nel tempo e nello spazio». Cubeddu ha sottolineato la portata e il valore dell’iniziativa:
«L’Archeofilm Festival è una grandissima opportunità per vedere sia il cinema di finzione che il documentario raccontare in modo differente il patrimonio storico-archeologico sardo, italiano e internazionale. È un’occasione per confrontarsi con le grandi storie del passato e per rivedere, con occhi nuovi, i nostri luoghi della cultura. Credo che questo sia il regalo più grande che ci fa questo progetto».

Nel suo saluto di apertura, il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni ha ribadito l’importanza della settima arte come strumento di valorizzazione: «Abbiamo scelto di celebrare il cinema proprio qui, in un sito che parla di archeologia e identità. Il Sardegna Archeofilm Festival ci consente di inserirci in un circuito internazionale virtuoso. Le arti, oggi più che mai, possono aiutarci a raccontare e a rendere accessibili i nostri luoghi della cultura».

La prima serata si è aperta con la proiezione in concorso del documentario “Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario“, diretto da Vanni Gandolfo, presente all’incontro. Il film ha raccontato il lungo e complesso lavoro sul celebre mosaico pompeiano custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con un focus particolare sulla ricostruzione del volto di Alessandro Magno e sull’utilizzo di tecnologie innovative e intelligenza artificiale.

A seguire, l’etruscologo Paolo Giulierini, già direttore del MANN, ha guidato il pubblico in una riflessione dal titolo “Il Mito nella Storia del Cinema: dall’epica classica ai blockbuster“, introdotto da Tore Cubeddu e Giulia Pruneti. Un intervento che ha sottolineato come il cinema possa diventare una forma di tutela e valorizzazione efficace, alla pari delle tradizionali forme di confronto accademico, se capace di restituire con efficacia le grandi narrazioni del passato.

La serata si è conclusa con la proiezione del film in concorso “Maasai Eunoto”, diretto da Kire Godal, un documentario girato in Kenya che racconta, attraverso le voci dei protagonisti, il rito di passaggio con cui i giovani Masai vengono accolti tra gli anziani della comunità. Una testimonianza che intreccia tradizione orale, spiritualità e identità collettiva.

Il programma di questa sera
La rassegna prosegue questa sera, giovedì 3 luglio, con un programma dedicato al cinema d’animazione e alla narrazione popolare.
In apertura, la proiezione di “Ojo“, cortometraggio realizzato da NAS – New Animation in Sardegna, che racconta in chiave visiva e simbolica la memoria del Gigante attraverso l’occhio come punto di osservazione e trasformazione.

A seguire, il corto animato “Boreddu e i Giganti di Mont’e Prama“, scritto da Gianni Loy e diretto da Salvo Carramusa, che dà voce – in lingua sarda – a una favola moderna che ha per protagonisti un bambino, i Giganti e un messaggio di riscoperta e rinascita.
Si prosegue con “S’Ozzastru“, un poetico racconto visivo diretto da Carolina Melis, che narra la storia di un olivastro millenario distrutto nell’incendio del Montiferru e diventato simbolo di resilienza e speranza. A prestare voce al racconto è la cantante Claudia Aru.

Chiuderà la serata il film in concorso “Balentes“ di Giovanni Columbu, che sarà presente all’incontro. Il film, ambientato nella Sardegna del 1940, racconta la vicenda di due fratelli e di un gesto idealista che si scontra con la repressione fascista, attraverso una narrazione intensa e fortemente radicata nel contesto storico e sociale dell’isola.
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Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito
Il programma completo degli eventi è disponibile sul sito monteprama.it