Quartu, scoperta nel nuraghe Diana: trovati i resti di un antico pasto di mare
Quartu, scoperta nel nuraghe Diana: trovati i resti di un antico pasto di mare. Il Nuraghe Diana, sentinella millenaria affacciata sul mare dal promontorio di Is Mortorius, continua a raccontare la sua storia. Grazie alla ripresa degli scavi, interrotti per quasi vent’anni, sono emerse nuove e importanti evidenze archeologiche che rivelano la presenza di un villaggio nuragico, con strutture abitative, reperti ceramici e perfino resti di pasti a base di prodotti del mare.
Un risultato che rafforza il valore del sito, già inserito tra i monumenti nuragici candidati a patrimonio dell’umanità UNESCO, e conferma l’importanza strategica dell’area nel controllo delle rotte marittime sin dall’età del Bronzo. A guidare le attività è la Soprintendenza Archeologica di Cagliari, con la direzione della funzionaria Gianfranca Salis, che sottolinea: «I materiali rinvenuti – ceramiche, utensili, resti di pasti – raccontano la vita quotidiana di una comunità profondamente legata al mare, in costante dialogo con altri insediamenti della costa».
Gli scavi, finanziati dal Ministero e avviati per la prima volta negli anni Novanta con fondi comunali, riprenderanno in autunno. «Serve maggiore accessibilità al sito, ma sempre nel rispetto dei vincoli paesaggistici», ha commentato il sindaco Graziano Milia, auspicando l’apertura di un tavolo con Regione e Sovrintendenza per garantire una fruizione pubblica continua, non solo estiva.
La rassegna Incanti
Nel frattempo, il Nuraghe Diana si prepara a diventare protagonista della rassegna “Incanti”, in programma dal 12 luglio fino a ottobre. In calendario circa 80 appuntamenti: conferenze con archeologi, docenti universitari e ospiti internazionali, laboratori di archeologia sperimentale per adulti e bambini, proiezioni a cura della Cineteca Sarda, presentazioni di libri e visite guidate. Parte delle attività si svolgeranno anche nella Villa Romana di Sant’Andrea, altro gioiello archeologico del litorale quartese.
Il programma prevede eventi ogni venerdì, sabato e domenica, con una serata speciale ad agosto dedicata alla solidarietà verso i bambini di Gaza, con la raccolta di fondi a scopo benefico.
«La cultura e l’archeologia possono diventare motore di sviluppo per il territorio», afferma la direttrice artistica della rassegna Patrizia Zuncheddu, «e quest’anno, con un calendario ricchissimo, vogliamo offrire al pubblico un’occasione unica per scoprire e vivere la storia millenaria del nostro litorale».
Il Nuraghe Diana, costruito come punto di controllo del porto naturale e soprannominato anticamente “Janna” (“porta”), conserva ancora oggi tracce della sua evoluzione: dalla civiltà nuragica alla trasformazione in postazione militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, grazie a nuove indagini e all’impegno congiunto di enti e istituzioni, si prepara a entrare in una nuova fase della sua lunga vita: quella di presidio di cultura, memoria e futuro.