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Tre ospedali chiusi e letti occupati per il 140%: “Ecco perchè al pronto soccorso di Monserrato le attese sono lunghe”

I numeri preoccupanti saliti alla ribalta, il commissario straordinario dell’Aou: “Continuiamo ad accogliere pazienti, l’alternativa è chiudere per overbooking”
La Redazione

Vincenzo Serra, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari: «Il Pronto Soccorso del Policlinico Duilio Casula è un’eccellenza». 

Cagliari 28 novembre 2025. «Agenas ha presentato i dati delle performance degli ospedali italiani dove, insieme a dati molto lusinghieri sulla qualità assistenziale dell’ospedale di Monserrato, si evidenzia un dato molto negativo relativo ai tempi medi di permanenza dei pazienti al Pronto Soccorso. Premetto, per evitare malevoli interpretazioni, che gli indicatori calcolati sono relativi all’attività del 2024 e quindi antecedenti all’attuale gestione commissariale. L’indicatore esprime un valore molto negativo ma, a mio parere, va analizzato in maniera completa e non va collegato ad una incapacità organizzativa o assistenziale in carico al Pronto soccorso. Questo è assolutamente inaccettabile, in quanto ritengo il Pronto soccorso di Monserrato un’eccellenza della sanità sarda». Lo dice il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, Vincenzo Serra.

«Veniamo – prosegue Serra – alle cause che determinano un valore dell'indicatore tanto critico. Il contesto assistenziale dell'area sud Sardegna è spesso oggetto di approfondimenti pubblici e tocca i temi comuni a tutta Italia, legati a:

 bisogno di salute crescente dovuto al continuo invecchiamento della popolazione
⁠ ⁠assistenza territoriale che non sempre riesce a garantire un filtro all'accesso incontrollato al Pronto soccorso
⁠ ⁠chiusura negli anni di diversi ospedali cittadini (San Giovanni 10 anni fa, Marino e Binaghi 4 anni fa)
⁠ ⁠temporanee chiusure di reparti negli ospedali periferici legate a carenze negli organici
⁠ ⁠tempi d'attesa molto lunghi sulle visite ambulatoriali.
⁠ ⁠pazienti ospedalieri che, pur avendo terminato la fase acuta, non trovano sbocco nelle diverse forme di assistenza post acuta (riabilitazione post acutzie, Adi, Rsa, ecc.).

Tali criticità determinano che, frequentemente, l'unica risposta assistenziale possibile per gli utenti è il ricorso al pronto soccorso e questo genera fatalmente una saturazione dei letti disponibili nell'ospedale».

Il tasso di occupazione dei posti letto del Policlinico, prosegue Serra, «evidenzia frequentemente picchi del 130-140%. Questa situazione, da tempo nota a tutti, pone l'ospedale di fronte a due opzioni:

⁠ ⁠dichiarare temporaneamente chiuso il Pronto soccorso al fine di smaltire l'overbooking, con il rischio di generare un inevitabile effetto domino sugli altri, pochi, ospedali cittadini ancora aperti.
⁠ ⁠continuare ad accogliere i pazienti che hanno bisogno di assistenza, attivando anche le barelle disponibili al Pronto soccorso, e garantendo, con grande sacrificio degli operatori, i pazienti attraverso le consulenze degli specialisti di reparto.

Questa seconda ipotesi ha raggiunto picchi di 20-25 pazienti che sostavano in Pronto soccorso anche per 5-6 giorni. Tutto ciò genera la crescita esponenziale dell'indicatore sui tempi di permanenza in Pronto soccorso. Ricondurre questo a carenze organizzative o assistenziali del Pronto soccorso stesso evoca il paradosso di essere identificati con il "male" che si vuole combattere».

Questo intervento, conclude Serra, «lo devo per chiarezza all'impegno quotidiano del PS e dell'Ospedale che, ogni giorno grazie alla dedizione e alla professionalità dei suoi operatori sanitari, continua a garantire, senza arrendersi, la migliore qualità di assistenza possibile ai nostri utenti».

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