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Cervo Cervo

Pericolo cervi in strada: “Dalla Regione solo pochi spiccioli, ma nulla di concreto”

Gli ambientalisti contro la Regione sul problema degli incidenti stradali causati da animali. “Da viale Trento solo qualche soldo. Gli animali scendono a valle spinti da fame e sete: servono recinzioni e soprattutto riserve idriche e erbai per la fauna selvatica nei boschi”
La Redazione
cervo sardo

“Qualche soldo, ma ancora nessun atto concreto”. Gli ambientalisti contro la Regione sul problema degli incidenti stradali causati da cervi, daini e cinghiali, che ormai sconfinano sulle strade e ormai sono arrivati fino alle campagne di Quartu. La Regione ha preso atto delle problematiche relative alla situazione di fame e sete che spinge esemplari di cervo sardo a valle, alla ricerca di acqua e cibo e ha stanziato 500 mila euro per sostenere gli “interventi sperimentali” dei Comuni di Pula, Guspini, Siliqua, Arbus, Guspini, Laconi per evitare l’attraversamento della viabilità da parte degli ungulati nei rispettivi territori comunali.

I dati ufficiali, comunicati dall’Assessorato della Difesa dell’Ambiente affermano che “che nel 2023 i sinistri stradali con fauna selvatica di cui è pervenuta richiesta di indennizzo sono stati … 46 con cervo o daino nel territorio del comune di Pula, in particolare lungo la SS 195 tra il km 30 e il km 42”.

Ciò nonostante, “non risulta … che siano state predisposte (né siano previste) recinzioni elettrificate a basso voltaggio lato collinare/montano, nonché erbai e piccole riserve idriche”.

“Cervi, daini e cinghiali si spingono a valle delle aree boscate verso la statale 105 e la viabilità secondaria fondamentalmente nella zona di Santa Margherita – Is Molas per sete e fame”, spiegano gli ecologisti, “gli effetti del lungo periodo siccitoso e le calde temperature si fanno sentire, com’è gravemente evidente in numerose aree boschive sarde e come già negli anni scorsi, quando numerosi esemplari di fauna selvatica morirono letteralmente di sete. Ma possono essere adottati accorgimenti com’è stato fatto in tante parti d’Europa in casi simili. In primo luogo, recinzioni alte e robuste, anche elettrificate a basso voltaggio, lungo la viabilità principale e secondaria, la realizzazione di erbai e colture in radure per la fauna selvatica, già finanziati con fondi comunitari la realizzazione di piccole riserve idriche in zone di bosco e macchia.

Iniziative anche semplici, ma con risultati positivi, altro che la stantìa proposta – innovativa come un presepio – dei piani di abbattimento del cervo sardo avanzati da alcune parti del mondo venatorio, avanzando farneticanti numeri inesistenti di migliaia e migliaia di incidenti stradali causati dalla fauna selvatica.

In realtà, i dati del 2022 (ultimi disponibili) parlano di 493 incidenti causati da “animale domestico o selvatico urtato”, pari allo 0,2% dei 217.527 incidenti stradali avvenuti in tutta Italia.

Comunque, proposte tanto assurde quanto illegittime, dato il regime di protezione assoluta, nonché impopolari, aspetto ribadito da ben 80.445 persone che han sottoscritto (2022) la petizione popolare per la salvaguardia del Cervo sardo per la tutela assoluta del Cervo sardo promossa dal GrIG.

Ma non sarebbe finalmente ora di affrontare il problema con serietà e buon senso?”

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