Choc a Macomer, un marocchino con la bocca cucita
Una nuova storia folle che arriva dal Centro di permanenza per i rimpatri di Macomer. Un marocchino di 40 anni si è cucito la bocca e ferito su tutto il corpo con un coltello di plastica. Trattenuto nella struttura da nove mesi, ha ricevuto l’ennesima convalida dal giudice di pace. Il Marocco, dal canto suo, non ha mai consentito all’uomo di tornare in patria. Le foto che mostrano, a Macomer, il marocchino con la bocca cucita, le hanno scattate i volontari di un’associazione che opera dietro le sbarre e sono presto finite anche sullo smartphone di Irene Testa, garante per la Sardegna dei detenuti.
“Quanto successo è abominevole”, attacca la Testa. “Siamo davanti alla vergogna della detenzione amministrativa, cioè di persone che non hanno commesso alcun reato ma, comunque, sono private della libertà di spostamento”. Nel caso specifico, sul marocchino 40enne “mi sono informata sulle sue condizioni e so che ora sta bene. Quando finirà questo abominio nei confronti di persone innocenti? Perché continuare a tenerlo al Cpr? Il Marocco non ha risposto per 9 mesi, non risponderà nemmeno i prossimi mesi. E dopo i 18 mesi cosa facciamo?”. Domande che Irene Testa ha già posto altre volte e che, purtroppo, sono rimaste non solo senza risposta ma anche senza nessun cambio di rotta da parte di chi può fare concretamente qualcosa, cioè le istituzioni.
I numeri choc del Cpr di Macomer
Nel 2024 al Cpr di Macomer ci sono stati 251 ingressi. Gli ospiti sono 50. Gli atti di autolesionismo sono stati 30 nel 2024. I rimpatri sono stati 43. Calcolatrice alla mano, 4 ospiti su cinque non hanno ancora riavuto la loro libertà e il loro diritto a spostarsi, non solo in Sardegna.