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Sant’Anna Arresi, reggia con lago e atterraggio per elicotteri nel parco di Porto Pino

Nell’immenso cortile anche un canale dalla villa allo stagno. Ma per i giudici niente sanatoria, tutto resta abusivo
Ennio Neri

A Sant'Anna Arresi un’area cortilizia diventata reggia nella zona protetta di Porto Pino con piscina, lago con canale collegato direttamente allo stagno e piazzola per l’atterraggio degli elicotteri.

Ma non avrà la sanatoria da parte dell’Unione dei comuni del Sulcis.

Record di abusi a Porto Pino, cuore green di Sant'Anna Arresi


Il Tribunale amministrativo regionale per la Sardegna ha respinto il ricorso presentato da alcuni privati, contro l’Unione dei Comuni del Sulcis e altri enti.

I proprietari contestavano il mancato rilascio del parere paesaggistico relativo alla richiesta di sanatoria di interventi realizzati nella loro proprietà a Porto Pino, località Corrumanciu.

L’istanza riguardava una serie di opere nella vasta area cortilizia adiacente alla loro villetta: oltre a recinzioni in legno e pilastri in granito, c’erano percorsi in ghiaia, zone prato inglese, tettoia in legno con elementi modulari e facevano bella mostra una piscina fuori terra e un box prefabbricato.

Non solo: anche l’ampliamento di un laghetto (collegato allo stagno Is Brebeis attraverso un canale appositamente realizzato), una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri e la messa a dimora di piante.


Gli interventi però ricadevano all’interno di aree sottoposte a vincolo paesaggistico, nel Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Promontorio e zona umida di Porto Pino” e nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e il comune di Sant’Anna Arresi nel 2023 ha dichiarato tutto abusivo

I ricorrenti lamentavano il silenzio dell’Unione dei Comuni del Sulcis e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio sulla loro istanza del 7 novembre 2023, chiedendo l’adozione di un provvedimento espresso.
Tuttavia, il Tar ha evidenziato che la Regione Sardegna aveva già espresso parere negativo (decisione impugnata dai privati) alla richiesta di sanatoria, rendendo quindi impossibile un rilascio positivo dell’autorizzazione paesaggistica.

Secondo il Tribunale, obbligare l’amministrazione a provvedere in presenza di una richiesta manifestamente infondata sarebbe stato inutile. La giurisprudenza conferma che il dovere di concludere un procedimento sussiste solo quando la pronuncia possa essere positiva.

Alla luce di ciò, il Tar ha dichiarato il ricorso infondato e lo ha respinto, compensando le spese di giudizio tra le parti. L’autorità amministrativa dovrà eseguire la sentenza senza ulteriori indugi.

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