Cagliari, ipotesi vendita del club per Giulini?
La voce gira da tempo in città. E il dubbio è stato sollevato formalmente in consiglio comunale: il presidente Giulini potrebbe lasciare la maggioranza al fondo Usa rappresentato dal nuovo socio Maurizio Fiori, anche prima della costruzione del nuovo stadio Unipol Domus Gigi Riva
La presidenza di Giulini
La presidenza di Tommaso Giulini al Cagliari Calcio segna una delle fasi più lunghe e complesse della storia recente rossoblù. Dal 2014 a oggi, Giulini ha garantito stabilità finanziaria, ha tenuto il club in Serie A a lungo e ha consolidato il brand Cagliari a livello nazionale. Allo stesso tempo, la sua gestione ha vissuto momenti di tensione sportiva. Con 2 retrocessioni, quella del primo anno con Zeman e quella dopo la gara incubo di Venezia, che hanno aperto una frattura tra il presidente alcune rumorose (soprattutto sui social) frange della tifoseria rossoblù. E la tensione è rimasta.
Lo stadio come spartiacque
Il via libera politico e amministrativo al nuovo impianto Unipol Domus – Gigi Riva può rappresentare ora un passaggio decisivo. La presentazione del Pef (piano economico e finanziario) ha avvicinato il progetto al Consiglio comunale per la dichiarazione definitiva di pubblico interesse. Dopo quel passaggio, il Comune potrà bandire la gara internazionale per la concessione cinquantennale e aprire alla demolizione del vecchio Sant’Elia per far posto al nuovo stadio che porterà con sè anche un hotel di lusso e un centro benessere. Questo scenario rende il Cagliari Calcio più appetibile sul mercato, rafforzando così le voci su una possibile cessione della società.
La frustrazione di Giulini
Del resto nel giugno scorso durante una conferenza stampa, lo stesso Giulini, esprimendo senza filtri il proprio stato d’animo circa le lungaggini sul via libera per la nuova casa dei rossoblù disse che “non so nemmeno se farò in tempo a inaugurarlo questo stadio”. Parole che già allora alimentarono interrogativi sul suo futuro alla guida del club.
Soci, investitori e ipotesi vendita
Giulini non ha mai nascosto la ricerca di nuovi partner: “Sto cercando soci, è inevitabile. Serve una spinta imprenditoriale forte per completare questo percorso”. In città circola da tempo l’ipotesi di una vendita definitiva, magari allo stesso Maurizio Fiori, imprenditore sardo alla guida di un fondo statunitense. Già entrato recentemente nella proprietà della società con quote di minoranza (il 40%) dopo il via libera definitivo della Regione all’operazione stadio.
Le domande della politica
A rafforzare i dubbi ha contribuito l’interrogazione del consigliere comunale Giuseppe Farris, proprio dopo la cessione di parte delle quote delle società a Fiori. Farris ha chiesto al sindaco di chiarire se esistano condizioni sospensive legate al completamento dell’iter dello stadio, tali da consentire a Giulini di cedere la società prima della realizzazione dell’impianto. “Se questa fosse una tradizionale operazione fra privati potrei esprimere solo un’opinione personale, da tifoso”, ha scritto Farris, sottolineando il ruolo delle risorse pubbliche. Cioè dei 60 milioni (50 della Regione e 10 del Comune) stanziati per dare gambe e sostenibilità a tutta l’operazione.
Un futuro ancora aperto
Giulini al Cagliari tiene tantissimo e il bilancio della sua presidenza mostra più luci e ombre, ma anche una verità chiara: lo stadio rappresenta la chiave del futuro rossoblù. Intanto che Giulini resti o decida di vendere, il Cagliari entra in una fase decisiva della sua storia, con scelte che segneranno il club e la città per i prossimi decenni. Se l’attuale presidente passasse la mano dopo oltre un decennio lascerebbe comunque una società probabilmente in A. Coi conti in ordine e con la prospettiva della gestione cinquantennale di uno stadio, con annessi hotel di lusso e spa.