In mille sfilano per lo sciopero indetto da Usb e Cobas a Cagliari
Cagliari risponde alla chiamata dello sciopero generale: circa un migliaio di persone hanno sfilato questa mattina da piazza del Carmine fino al Consiglio regionale, nel cuore della città.
La manifestazione, indetta da Usb (in prima fila la costola della Sanità, capitanata come da tanti anni a questa parte da Gianfranco Angioni), Cobas e altre sigle sindacali di area antagonista più bandiere comuniste, ha unito rivendicazioni sociali e internazionali, mettendo insieme temi come il finanziamento alla sanità pubblica e il conflitto in Medio Oriente.
Le prime file del corteo erano occupate da striscioni e cartelli con richieste precise: “Più risorse alla sanità”, “Stop alle spese militari”, “No al carovita”.
Ma a dominare la scena, sin dalla partenza, sono state le bandiere palestinesi, sventolate da attivisti e studenti che hanno scandito slogan in sostegno di Gaza. Il serpentone ha attraversato via Roma in un clima acceso ma ordinato, accompagnato da tamburi, megafoni e interventi dal vivo che denunciavano i tagli ai servizi pubblici e il costo della vita crescente.
Diversi i gruppi politici presenti, tra cui esponenti delle formazioni comuniste e centri sociali, che hanno ribadito la necessità di “invertire le priorità del governo nazionale e regionale”.
Una volta giunti davanti al Consiglio regionale, i manifestanti hanno occupato simbolicamente la piazza, chiedendo un confronto con le istituzioni. Alcuni rappresentanti sindacali hanno preso la parola denunciando “la cronica carenza di personale nella sanità sarda” e “il continuo aumento delle spese militari a discapito dei diritti sociali”.
La manifestazione si è conclusa senza tensioni, ma con l’annuncio di nuove iniziative nei prossimi mesi. Per molti dei presenti, quella di oggi non è stata solo una protesta, ma un segnale politico chiaro: Cagliari vuole farsi sentire.