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Cagliari, è morta Nanda Sedda: addio all’infermiera e storica volontaria di Sardegna Solidale

Se n’è andata “In punta di piedi” La donna lavorava al Santissima Trinità e, per il Centro sardo volontariato, aveva il ruolo di tesoriera
Paolo Rapeanu

Lacrime per la scomparsa a Cagliari di Nanda Sedda, una donna davvero dal cuore d’oro

È scomparsa in silenzio, così come aveva vissuto, Nanda Sedda, infermiera stimata del Santissima Trinità e colonna portante del mondo del volontariato sardo.

Aveva dedicato la sua vita agli altri, con quella gentilezza discreta che non cercava mai riconoscimenti ma lasciava un segno profondo in chiunque la incontrasse.

Nanda se n’è andatain punta di piedi”, come amavano dire i suoi colleghi, senza clamori né parole, ma con la stessa dignità e dolcezza che avevano sempre contraddistinto il suo modo di essere.

Da anni faceva parte di Sardegna Solidale, dove ricopriva con impegno e precisione il ruolo di tesoriera. Un compito delicato, che svolgeva con la serietà di chi conosce il valore di ogni gesto, di ogni contributo, di ogni piccolo aiuto donato alla comunità.

Dietro i numeri e i bilanci, c’era sempre il suo sorriso, la sua capacità di ascoltare, di capire le difficoltà degli altri e di trovare una soluzione concreta.

Nel reparto del Santissima Trinità, dove aveva trascorso gran parte della sua vita professionale, tutti la ricordano come un punto di riferimento. “Era più di un’infermiera – racconta un collega – era un esempio di umanità. Con lei i pazienti si sentivano al sicuro, e noi sapevamo di poter contare su una persona autentica, sempre pronta a dare una mano”.

Anche nel mondo del volontariato, la notizia della sua morte ha suscitato profonda commozione.

I coordinatori di Sardegna Solidale hanno voluto ricordarla con parole semplici ma toccanti: “Nanda era una di noi, una presenza costante, silenziosa ma indispensabile. Ha incarnato fino all’ultimo il senso vero del servizio agli altri”. Nel suo impegno quotidiano, Nanda aveva trovato un modo per unire la sua professione con la vocazione al dono.

L’ospedale e l’associazione erano per lei due facce della stessa missione: prendersi cura delle persone e costruire relazioni fondate sulla fiducia e sulla solidarietà.

Molti la ricordano anche per la sua ironia garbata, per la capacità di sdrammatizzare i momenti difficili con una battuta o un sorriso.

Cagliari la saluta ora con affetto e riconoscenza. Le sue mani, che per anni hanno medicato ferite e stretto altre mani con conforto, si sono fermate per sempre.

Nel suo piccolo, Nanda Sedda ha dimostrato che la solidarietà non ha bisogno di grandi gesti, ma di costanza, dedizione e amore sincero. È così che lascia la sua eredità: nel ricordo di una vita vissuta per gli altri, nel silenzio operoso di chi sa che fare del bene è la più alta forma di umanità.

E mentre Cagliari si prepara a darle l’ultimo saluto, resta una certezza: Nanda non se n’è davvero andata. Vive nei sorrisi che ha regalato, nei gesti che ha ispirato, e nel cuore di una comunità che oggi la piange, ma che domani continuerà il suo cammino nel segno della solidarietà, così come lei avrebbe voluto.

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