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Cagliari, caldo torrido e disagi al pronto soccorso: “Niente aria fresca e macchinette rotte a Is Mirrionis”

Temperature da bollino rosso, attese per farsi visitare “martoriate” dal grande calore e impossibilità di dissetarsi
La Redazione

È domenica, sono le 15, e mi trovo al Pronto Soccorso del Santissima Trinità a Cagliari con un parente. Quella che dovrebbe essere un’oasi di cura e assistenza, si sta rivelando l’ennesima, sconfortante prova del degrado in cui versa parte della nostra sanità pubblica. E, mi chiedo, le istituzioni che tanto acclamano la “perfezione” del sistema, ci sono mai state qui? Hanno mai atteso ore, in queste condizioni, per un familiare? O forse per loro c’è un trattamento diverso? La sala d’attesa è un girone infernale. Non solo è piena all’inverosimile, con persone che, a occhio e croce, non sembrano avere problemi gravi (ma chi sono io per giudicare?), se sono qui è perché hanno bisogno di assistenza! È anche un vero e proprio forno. I climatizzatori non funzionano, rendendo l’attesa insopportabile con questo caldo torrido. E se provi a cercare un po’ di ristoro, i distributori di bevande fresche sono guasti e, ciliegina sulla torta, ti rubano pure i soldi. La situazione è semplicemente indegna. Ci sono persone qui da stamattina presto, oltre sette ore fa, e non hanno ancora ricevuto assistenza dopo il triage. Il locale è sporco, un ambiente tutt’altro che igienico per chi ha bisogno di cure. Come se non bastasse, di tanto in tanto, la tranquillità viene interrotta da individui del quartiere in condizioni psicologicamente alterate o sotto l’effetto di sostanze, che entrano ed escono usando i bagni e disturbando chi attende. Questa è la realtà di un Pronto Soccorso in una delle città principali della Sardegna. Un luogo dove la dignità del paziente e l’efficienza del servizio sono palesemente calpestate. Non è accettabile. Non è umano. E chi ne paga le conseguenze sono sempre i cittadini, quelli che in questi luoghi cercano, disperatamente, aiuto e cura.

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