Pale eoliche vicino a Saccargia, c’è il via libera. E gli ambientalisti attaccano la Regione. Via libera al progetto di ristrutturazione e potenziamento della centrale eolica Erg Wind Energy s.r.l. “Parco eolico Nulvi Ploaghe” (27 “torri” eoliche, potenza complessiva MW 121,5). A breve distanza dalla splendida Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, uno dei simboli della Sardegna.
E gli ambientalisti attaccano la Regione. “Dopo lunghe vicissitudini, il progetto ha ottenuto la definitiva autorizzazione unica grazie al formarsi del silenzio assenso da parte della Regione Sardegna”, attacca Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento giuridico, “quest’ultima riteneva che la mancanza di disponibilità delle aree da parte della società energetica inibisse il rilascio dell’autorizzazione, ma “la loro effettiva disponibilità dipenderà dallo svolgimento delle procedure espropriative a valle dell’avvenuta conclusione del procedimento autorizzativo” ha affermato la sentenza Tar Sardegna di ieri”.
Secondo gli ecologisti, il rilascio dell’autorizzazione unica prevede che si possa “in sede di presentazione della domanda” richiedere “la dichiarazione di pubblica utilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per le aree interessate dalla realizzazione dell’impianto e delle opere connesse”, come effettivamente avvenuto.

Quindi, “deve ritenersi tacitamente formato, nel caso concreto, il titolo autorizzativo per la realizzazione delle opere di repowering del parco eolico, descritto nel ricorso, a seguito del decorso del termine di 60 giorni previsto dal d.l. n. 50/2022 dalla presentazione dell’istanza”.
“Un risultato ben difficile da vantare per l’amministrazione regionale sarda”, sottolinea Deliperi, “una conferma della necessità della moratoria nazionale per l’installazione di nuovi impianti di produzione energetica chiesta a gran forza dal GrIG e, soprattutto, da più di ventimila cittadini, in vista di una realistica pianificazione energetica connessa a stringente salvaguardia dell’ambiente/paesaggio, dei valori storico-culturali e identitari, mediante una normativa su aree idonee/inidonee che indichi in siti industriali e dismessi, in tetti fotovoltaici, nel risparmio energetico la soluzione per una transizione energetica realmente rispettosa del territorio e delle collettività”.