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Trapianti in Sardegna, crollano gli interventi: “Gli organi donati ci sono ma mancano i medici”

Cuori, fegati e reni disponibili ma letti dei reparti più vuoti. L’sos dei pazienti e l’appello, disperato, a Alessandra Todde
La Redazione

Tante donazioni, pochi trapianti: il paradosso della Sardegna

La Sardegna dimostra grande generosità nella donazione degli organi e sostiene con forza il sistema trapiantologico. "Tuttavia, accanto a risultati importanti, emerge una criticità che non possiamo ignorare: pochi pazienti sardi arrivano al trapianto". Ad affermarlo è Pino Argiolas, della onlus Prometeo.

Un sistema di donazione che funziona Il CRT sardo, grazie alla collaborazione con le Rianimazioni dell’Isola, guida un sistema efficiente. Nel 2025 i medici hanno effettuato 88 osservazioni di morte encefalica, a cui si aggiungono 8 casi di donazione a cuore fermo (DCD). I professionisti hanno utilizzato 53 donatori, più altri 6 in DCD, con almeno un organo trapiantato. Questo dato supera di 14 unità quello del 2024, quando i donatori utilizzati arrivavano a 44. La Sardegna, quindi, cresce e conferma una forte cultura della solidarietà.

Calano le opposizioni alla donazione Il buon funzionamento del sistema emerge anche dal calo delle opposizioni. Nel 2024 le opposizioni raggiungevano 33 casi, pari al 34 per cento. Nel 2025 il numero scende a 23, pari al 26,9 per cento. Questo miglioramento nasce dal lavoro sinergico delle strutture sanitarie e delle associazioni di volontariato impegnate nella promozione della donazione.

Pochi trapianti per i pazienti sardi Nonostante l’aumento delle donazioni, il numero dei trapianti diminuisce. I dati del CNT mostrano 65 trapianti complessivi nel 2024 — 3 di cuore, 30 di fegato e 32 di rene — contro i 59 del 2025 — 4 di cuore, 24 di fegato e 31 di rene. Il bilancio segna quindi sei trapianti in meno. Questo dato genera dolore e preoccupazione, soprattutto perché la generosità dei sardi avrebbe potuto offrire più possibilità di cura.

Le cause di una debolezza strutturale Il sistema trapiantologico regionale soffre una debolezza strutturale ben nota a chi opera nella sanità. Le forti riduzioni di personale medico e infermieristico dedicato ai trapianti hanno creato gravi difficoltà operative. Molte persone con patologie renali, cardiache o epatiche gravi avrebbero potuto salvare la propria vita con l’inserimento in lista trapianto.

Il valore della rete nazionale Il CRT sardo e il CNT operativo di Roma svolgono un lavoro fondamentale sull’utilizzo degli organi. La rete nazionale permette di ottimizzare ogni donazione e di rispondere con rapidità alle urgenze su tutto il territorio. Nessun organo va perso e ogni disponibilità trova un impiego utile.

Servono più risorse umane nei centri trapianti Per aumentare il numero di pazienti in lista trapianto, la Sardegna ha bisogno di più medici, infermieri e operatori socio-sanitari. I centri trapianti di rene, cuore e fegato dell’ospedale “G. Brotzu” rappresentano un punto strategico che richiede un rafforzamento immediato. L’appello all’Assessora alla Sanità Ora la responsabilità passa alla nuova Assessora regionale alla Sanità, on. Todde. Dopo i risultati ottenuti con la Direzione aziendale del “G. Brotzu” per la riduzione delle liste di attesa, la stessa collaborazione può portare soluzioni concrete anche per incrementare il personale nei centri trapianti. La Sardegna ha già dimostrato il suo cuore: la politica deve garantire le condizioni per trasformare ogni donazione in una reale possibilità di vita.

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