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Italcementi, i giudici: “La collina di Samatzai è da bonificare”

L’azienda ko al Tar
La Redazione

TAR Sardegna respinge ricorso Italcementi

TAR Sardegna respinge ricorso Italcementi. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna ha respinto il ricorso presentato da Italcementi. L’azienda contestava l’avvio del procedimento per la presunta contaminazione del suolo e delle acque tra Samatzai e Nuraminis, sostenendo che la Provincia non avesse condotto verifiche autonome e si fosse affidata esclusivamente alla consulenza tecnica del procedimento penale in corso.

Valutazione tecnica della Provincia
Il TAR ha confermato la correttezza dell’istruttoria condotta dalla Provincia del Sud Sardegna. Gli enti hanno raccolto dati tecnici e rilievi ambientali, integrando la consulenza del Pubblico Ministero con monitoraggi propri e confronti con ARPAS, ISPRA e altri enti specialistici. La decisione evidenzia che l’amministrazione ha rispettato i principi di prevenzione ambientale, garantendo una valutazione solida e documentata.

Responsabilità e obblighi di Italcementi
La sentenza sottolinea che la Provincia ha applicato correttamente i criteri di valutazione dei valori di fondo naturali e delle concentrazioni soglia di contaminazione. Pur riconoscendo alcune criticità, il TAR ha stabilito che Italcementi deve collaborare con le autorità e attuare gli interventi correttivi per la protezione dell’ambiente.

Impatto sul territorio e futuro della bonifica
Il Tribunale chiude la fase amministrativa del contenzioso, rafforzando il principio secondo cui le autorità ambientali devono intervenire tempestivamente per tutelare il territorio. La sentenza conferma la legittimità dell’azione della Provincia. Offrendo un punto di riferimento per la gestione delle responsabilità ambientali nella zona industriale. Italcementi può comunque collaborare con Arpas per ulteriori verifiche tecniche, ma ha già annunciato la presentazione di un ricorso al Consiglio di Stato

Contesto storico e quantitativo
L’area interessata ospita uno stabilimento aperto nel 1973. Con oltre 220mila tonnellate di rifiuti interrati contenenti sostanze pericolose come arsenico, cadmio e piombo. E' in corso un procedimento penale parallelo che vede imputati ex vertici della multinazionale.

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