Boss del narcotraffico sardo con le armi spuntate, sequestri milionari
Bastiano Sanna, 37 anni, di Silanus, e Cristian Pireddu, 38 anni, di Orani, sarebbero, secondo gli inquirenti, i boss dell’organizzazione criminale di narcotraffico sardo a cui sono stati sequestrati beni per un valore di diversi milioni di euro.
I proventi del traffico di cocaina importata dalla penisola sarebbero stati reinvestiti acquistando terreni e aziende nelle province di Nuoro e Sassari.
Indagini su traffico di droga e patrimoni illeciti
Le indagini patrimoniali hanno avuto origine dall’attività investigativa su due individui ritenuti appartenenti a un gruppo dedito al traffico di sostanze stupefacenti, attivo tra le province di Cagliari e Nuoro.
Risultano entrambi già coinvolti nell’operazione Primavera fredda, condotta dalla Squadra Mobile di Cagliari nel 2023.
Gli approfondimenti successivi hanno permesso di ricostruire una rete di intestazioni fittizie e movimenti finanziari sospetti, facendo emergere un ingente patrimonio accumulato in modo illecito.
Beni sequestrati
Sequestrati 11 immobili nelle province di Nuoro e Sassari, una ditta individuale, quote e compendio aziendale di tre società operanti nei settori agro-pastorale e immobiliare.
Sequestrati inoltre cinque autoveicoli e vari rapporti finanziari, per un valore complessivo superiore ai 2 milioni di euro.
Particolarmente significativo il blocco delle attività imprenditoriali, che impedisce il reinvestimento dei proventi illeciti e tutela il mercato dalla concorrenza sleale.
Un segnale forte dello Stato
L’operazione ribadisce il ruolo fondamentale delle misure di prevenzione patrimoniali nella lotta alla criminalità organizzata, strumenti in grado di sottrarre risorse illegali e restituirle alla collettività.
L’esecuzione del sequestro testimonia la presenza costante dello Stato sul territorio sardo e la determinazione delle forze dell’ordine nel contrastare ogni forma di infiltrazione criminale nell’economia legale.
Il coordinamento tra Procura e Questura, insieme alla professionalità degli investigatori, conferma l’efficacia del sistema di contrasto patrimoniale.