Si sono conosciuti a un pellegrinaggio e, ogni giorno, accompagnati dalla fede, hanno costruito e continuano a costruire la loro quotidianità, mattoncino dopo mattoncino, anche all’appena concluso Giubileo dei giovani.
Tra il milione e passa di ragazzi e ragazze arrivati da ogni parte del mondo per il Giubileo dei giovani a Roma anche Chiara Pani, 25enne cagliaritana, ricercatrice universitaria in Scienze Motorie, e il 28enne Enrico Leo, anche lui “casteddaio” doc, economista.
Sei anni fa la scintilla, alimentata sicuramente dal Signore, li ha fatti inziare a frequentarsi e a stringere un legame fortissimo, presto sugellato dal matrimonio.
“Faccio pellegrinaggi da dieci anni e ognuno mi offre una ‘parola’. Qui a Roma col mio ragazzo, col quale mi sposerò a giugno 2026, volevamo ricevere una parola che ci aiutasse a prepararci al matrimonio”.
Ed è capitato, “parola” arrivata: “Tutto questo viaggio è stato una ‘parola’, il pellegrinaggio è una similitudine della vita, ci prepara a vivere le difficoltà”.
I due ragazzi hanno conosciuto coetanei,soprattutto spagnoli e americani. “Non siamo rimasti molto a contatto per via dei vari impegni, ma anche il porgere una bottiglietta d’acqua, sotto il sole, è un segno di fratellanza.
Poi, certo, c’è tutta l’emozione di pregare davvero insieme al Papa, e quello nuovo ha spinto perchè il Giubileo dei giovani venisse organizzato in tempi rapidi.
E, visti i numeri, è stato un successo: “Il Giubileo è un momento molto intenso”, prosegue Chiara Pani, “c’è la totale remissione dei peccati”. Non accade, invece, con la normale confessione, dove si viene perdonati ma si continua a tenere le conseguenze ‘umane'”.