Cagliari, storico intervento al Brotzu: primo trapianto di rene da donatore a cuore non battente
Cagliari, storico intervento al Brotzu: primo trapianto di rene da donatore a cuore non battente. Un importante passo avanti nella medicina trapiantologica in Sardegna è stato compiuto oggi presso l’ARNAS G. Brotzu di Cagliari, con l’esecuzione del primo trapianto di rene da un donatore a cuore fermo. Si tratta di una procedura altamente innovativa e complessa che rappresenta una delle frontiere più avanzate nella medicina dei trapianti, destinata ad ampliare le opportunità terapeutiche per i pazienti in attesa di trapianto.
La Procedura: un lavoro corale tra specialisti
Il trapianto grazie alla stretta collaborazione tra numerosi specialisti e strutture dell’ospedale, coordinati dal Centro Regionale Trapianti diretto dal Dott. Lorenzo D’Antonio e dal Coordinamento Locale diretto dal Dott. Antonio Manti. Il procedimento ha coinvolto diversi settori, inclusi la Rianimazione, la Cardiochirurgia, la Neuroradiologia, la Cardionaestesia, l’Anatomia Patologica, il Centro Trasfusionale e i Servizi di Psicologia e Neurologia, grazie alla sinergia tra medici, infermieri e professionisti sanitari.
Il rene, prelevato da un donatore a cuore fermo, è stato sottoposto a una serie di tecniche avanzate di riperfusione, finalizzate a ridurre i danni causati dall’interruzione del circolo sanguigno, un evento che può compromettere gravemente la funzionalità dell’organo. Tali tecniche hanno anche migliorato la performance dell’organo stesso, facilitando l’attività di trapianto.
Il Lavoro di equipe multidisciplinare
La complessità dell’intervento ha richiesto il contributo di diverse specialità mediche e professionisti altamente qualificati. I medici della Rianimazione, Dott.sse M. Emila Marcello e Silvia Delitala, insieme al Dott. Emiliano Maria Cirio della Cardiochirurgia, hanno coordinato le fasi critiche dell’intervento, affiancati da esperti di Neuroradiologia come i Dott. Siotto e Federico Fusaro. Inoltre, l’Anatomia Patologica e il Centro Trasfusionale, con le Dott.sse Cristiana Marinelli, Daniela Onnis e Giulia Fadda, hanno assicurato l’analisi e la sicurezza biologica dell’organo, mentre il supporto psicologico dalla Dott.ssa Fabrizia Salvago.
L’intervento è stato reso possibile anche grazie all’accurato lavoro delle strutture di Urologia, dirette dal Dott. Andrea Solinas, e di Nefrologia e Dialisi, sotto la guida del Prof. Antonello Pani, che hanno gestito il trapianto vero e proprio, una fase delicata in cui la perfusione e il corretto impianto del rene sono fondamentali.
Un traguardo per la medicina dei trapianti in Sardegna
“L’utilizzo di organi da donatori a cuore non battente è una delle frontiere più avanzate della medicina trapiantologica”, ha dichiarato Maurizio Marcias, Commissario Straordinario dell’ARNAS G. Brotzu. “Grazie a un protocollo operativo condiviso e approvato, oggi possiamo ampliare la platea dei potenziali donatori, rafforzare la rete dei trapianti e, soprattutto, offrire nuove opportunità di cura a tanti pazienti in attesa.”
Un ringraziamento ai donatori e alle loro famiglie
Il trapianto da donatore a cuore non battente rappresenta un’importante evoluzione nella gestione degli organi da trapiantare. Grazie all’implementazione di queste tecniche avanzate, è ora possibile non solo salvare più vite, ma anche garantire un miglioramento significativo nella qualità degli organi trapiantati, portando così un grande beneficio ai pazienti che da tempo aspettano una nuova possibilità di vita.
Un sentito ringraziamento a tutti i donatori di organi e alle loro famiglie, il cui gesto di generosità consente di salvare vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti in attesa di trapianto. “La Sardegna si conferma una delle regioni più virtuose d’Italia per numero di donazioni. Questo è il risultato di una forte sensibilità civile e di un profondo senso di comunità”, ha sottolineato il Dott. Antonio Manti, Direttore del Coordinamento Locale.