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Installazione di Sciola alla Biennale di Venezia Installazione di Sciola alla Biennale di Venezia

Da San Sperate a Venezia, alla Biennale l’installazione su Pinuccio Sciola

Ogni visitatore potrà attivare i suoni di 7 pietre, generando melodie nascoste e armonie impreviste
La Redazione

Alla Biennale di Venezia una monumentale installazione sonora ispirata a Pinuccio Sciola: “Lithic Chords” incanta con pietra, suono e architettura

Alla Biennale di Venezia una monumentale installazione sonora ispirata a Pinuccio Sciola: “Lithic Chords” incanta con pietra, suono e architettura. All’interno della 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, la pietra si fa musica, architettura e memoria. È il cuore pulsante di “Lithic Chords / Corda Litica”, un’installazione monumentale ispirata alle intuizioni del maestro sardo Pinuccio Sciola, celebre in tutto il mondo per le sue “Pietre Sonore”. Collocata nel suggestivo spazio dell’Arsenale, l’opera si estende per 21 metri, realizzata con avanzi di pietra e acciaio, in una composizione che richiama le corde di uno strumento musicale.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Pinuccio Sciola e un team interdisciplinare composto dall’architetto-designer Cristina Morbi (Studio Maetherea), dall’ingegnere strutturale Francesco Banchini e dal sound artist Andrea Granitzio. Il risultato è un’opera interattiva e multisensoriale in cui il visitatore non è solo spettatore, ma parte attiva di un’esperienza sonora e tattile che celebra la pietra come materiale vivo e risonante.

Il Giardino Sonoro

“È un dialogo tra arte, materia e suono – afferma Tomaso Sciola, vicepresidente della Fondazione – che prosegue la visione poetica e universale di mio padre”. E proprio come nelle opere del Giardino Sonoro di San Sperate, anche qui la pietra sorprende: vibra, emette suoni, respira. Un’idea rivoluzionaria che Sciola ha perseguito per tutta la vita, trasformando un materiale percepito come rigido e inerte in uno strumento dinamico, quasi organico.

Grazie a un sofisticato sistema interattivo basato sulla prossimità, ogni visitatore può attivare i suoni delle sette pietre che compongono l’installazione, generando melodie nascoste e armonie impreviste. “La musica delle Pietre Sonore – spiega Granitzio – definisce lo spazio e rende ciascuno compositore estemporaneo”. Il sistema audio è stato sviluppato in collaborazione con i docenti Riccardo Sarti e Paolo Pastorino, e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna.

“Lithic Chords” è un omaggio contemporaneo a un pensiero visionario, capace di unire geologia, arte e architettura in una forma nuova, poetica e vibrante. Un esempio virtuoso di sostenibilità, innovazione e memoria viva.

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