Decadenza Todde, scontro istituzionale tra Regione Sardegna e Tribunale di Cagliari: la Giunta impugnerà la sentenza davanti alla Corte Costituzionale
Decadenza Todde, scontro istituzionale tra Regione Sardegna e Tribunale di Cagliari: la Giunta impugnerà la sentenza davanti alla Corte Costituzionale. Il Consiglio regionale della Sardegna ha acceso un nuovo fronte istituzionale. La Giunta ha deciso di proporre un ricorso per conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale contro la sentenza emessa dal Tribunale civile di Cagliari lo scorso 22 maggio. Il motivo? Secondo l’assemblea sarda, il giudice avrebbe oltrepassato i propri limiti di competenza, interferendo con le prerogative del Consiglio in materia di spese elettorali e decadenza degli eletti.
Nel testo approvato dalla Giunta si sottolinea come il tribunale, pur riconoscendo formalmente l’esclusiva competenza del Consiglio regionale a pronunciarsi sulla decadenza di un consigliere, abbia poi dichiarato “insindacabile” il proprio accertamento sui fatti. Una posizione che, secondo l’esecutivo sardo, si traduce in una ingiustificata ingerenza sull’autonomia dell’assemblea legislativa.
La contestazione della giunta
La Regione contesta apertamente l’interpretazione data dal giudice civile, ricordando che l’articolo 2909 del Codice Civile limita gli effetti della sentenza alle sole parti del processo. In questo caso, il Consiglio regionale non ha preso parte al giudizio, e dunque non può subire alcun vincolo derivante da quella pronuncia.
In base a questi presupposti, la Giunta ha deliberato la presentazione di un ricorso per conflitto di attribuzioni tra enti ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione. Il documento sarà depositato entro il 22 luglio 2025, termine previsto a pena di decadenza.
Con questa mossa, la Regione Sardegna chiede alla Corte Costituzionale di difendere la propria autonomia istituzionale e di riconoscere l’illegittimità dell’interferenza giudiziaria, riaffermando la centralità delle funzioni politiche e amministrative affidate al Consiglio regionale.
Opposizione all’attacco
«Con un blitz a fine seduta, la maggioranza ha presentato una mozione per impegnare la Giunta in un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale sulla decadenza. Un ricorso senza fondamento giuridico che serve solo a guadagnare tempo e a tenere in piedi, per via giudiziaria, una Giunta politicamente al capolinea. Non è difesa dell’autonomia: è difesa delle poltrone.»
«Ancora più grave – aggiunge Umberto Ticca, Riformatori – è che i costi legali di questa battaglia tutta politica ricadano sulle casse pubbliche. Il trucco è semplice: una mozione d’Aula e le spese legali le pagano i cittadini. Ma noi non ci stiamo: la Regione non può diventare il paravento per interessi di parte.»
“Con un blitz disdicevole, la maggioranza ha approvato l’ennesima mozione che prevede un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale, prendendo spunto dalla sentenza di primo grado relativa alla decadenza della presidente Todde. Il gruppo di Fratelli d’Italia non ha partecipato né alla discussione né al voto perché, pur avendo umana compassione per la disperazione del Campo largo e della stessa Presidente, non è disposto ad accettare che le Istituzioni vengano utilizzate a proprio uso e consumo solo per conservare le poltrone”.
Così Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha commentato ciò che è accaduto ieri sera durante la seduta in Consiglio regionale.
“È lecito chiedersi se lo stesso ricorso sarebbe stato proposto qualora il Tribunale avesse accolto le istanze della presidente Todde – ha aggiunto Truzzu – I ricorsi alla Corte Costituzionale sono una cosa seria e non è accettabile che l’immagine e la credibilità della Sardegna e del Consiglio regionale possano essere compromessi, peraltro a spese dei sardi, per i capricci di una Presidente che non si rassegna ad accettare le decisioni degli organi giudiziari”.
“Proprio nei giorni in cui il Trentino ottiene dal Governo nazionale la modifica del proprio Statuto per aumentare l’Autonomia, la Regione Sardegna la sfrutta per difendere gli errori da ‘dilettanti allo sbaraglio’ commessi dalla candidata Todde nella rendicontazione della sua campagna elettorale e per garantirsi l’impunità”, ha concluso il Capogruppo di FdI.