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Caro energia, stangata per le imprese sarde: in 4 anni aumenti del 70%

Confartigianato: ā€œLa bolletta delle attivitĆ  produttive sta lievitando e rischiamo di non reggere l’urto dell’ennesimo rincaroā€
La Redazione

Dopo il disastro di tre anni fa, anche per imprese sarde e famiglie, torna l’incubo del ā€œcaro bolletteā€. Pur non raggiungendo ancora i livelli del 2022, quando il costo per kilowattora superò lo 0,570 euro, la bolletta delle attivitĆ  produttive isolane comincia al lievitare a causa delle nuove quotazioni dell’energia e del gas. Tale condizione potrebbe, nuovamente dopo qualche anno di relativa stabilitĆ , mettere in difficoltĆ  il sistema produttivo sardo e del resto d’Italia, a causa della riduzione delle commesse e delle vendite.

A lanciare l’allarme ĆØ Confartigianato Imprese Sardegna che, come giĆ  avvenuto nell’epoca della crisi energetica, propone l’azzeramento o, quanto meno. la sterilizzazione degli oneri di sistema. ā€œStiamo osservando un continuo rialzo delle tariffe di energia e gas, dovuti alla congiuntura internazionale e alla crescita dei prezzi delle materie prime, con conseguente impennata delle bollette – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – speravamo che dopo gli aumenti del 2022 si potesse tornare ai valori del 2021, comunque giĆ  molto alti rispetto a quelli del 2018, ma dobbiamo prendere atto della realtĆ  dei fattiā€. ā€œRicordiamo che, secondo le notizie diffuse dalle AutoritĆ  di governo per l’energia – continua Meloni – il previsto aumento del costo di energia elettrica e gas, dovrebbe aggirarsi tra il 18 e il 30% rispetto alle tariffe del 2024. Una condizione che rischierebbe di mettere seriamente in difficoltĆ  le imprese sarde che, lentamente e con tanta fatica, stanno uscendo dagli aumenti monstre dei prodotti energeticiā€. I costi in bolletta per kWh dal gennaio 2021 al gennaio 2025 registrano un aumento del 70% circa. Inoltre, particolarmente colpite sarebbero le imprese altamente energivore di gas in primis i panifici e a seguire quella della produzione di ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica senza dimenticare i carrozzieri che utilizzano i forni.

ā€œDobbiamo ricordarci come la nostra Isola abbia giĆ  subito pesantemente l’aumento dei costi energetici che ha impattato in modo sensibile sulle imprese soprattutto le 95mila di piccole e medie dimensioni – aggiunge il Presidente di Confartigianato Sardegna – mettendole in difficoltĆ  rispetto alle altre competitor europee. Questo extracosto si ĆØ tradotto, negli ultimi due anni, in 260 milioni di euro di maggiori costi rispetto alle concorrenti di altre nazioniā€. Infatti, a livello territoriale la provincia Sassari-Gallura ĆØ quella che ha pagato maggiormente: 96 milioni di euro in più. Seguono Cagliari, cresciuta di 71 milioni, il Sud Sardegna, 41 milioni, Nuoro 29 e Oristano 24. ā€œNon vorremmo andare verso una china pericolosa per la nostra economia – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato – una situazione che non può lasciare tranquilli e impone l’avvio di azioni concrete per poter tornare a costi energetici accettabiliā€. ā€œLe imprese stanno facendo la loro parte intervenendo sull’efficientamento energetico dei sistemi produttivi oppure optando per proposte tariffarie migliorative della attuale – prosegue Serra – e, allo stesso tempo, auspichiamo che anche il legislatore possa adoperare misure che vadano nella direzione del contenimento dei costi in bollettaā€. Da qui la proposta di Confartigianato Sardegna: la sterilizzazione o l’azzeramento degli oneri di sistema, senza dover aspettare di arrivare a tariffe incontrollabili. Operazione giĆ  attuata quando i costi sono andati alle stelle nel 2022 e 2023 e che, se riproposta oggi, porterebbe una immediata riduzione di almeno il 20% del costo della bolletta. Praticamente annullerebbe gli aumenti dell’ultimo periodo.

L’Organizzazione Artigiana, infine, ribadisce anche l’urgenza del bando della Regione di 678milioni, come anticipato qualche mese fa, destinato all’autoproduzione e all’autoconsumo per edifici pubblici, imprese, case private e ComunitĆ  Energetiche che creerebbe un circolo virtuoso nell’utilizzo dei fondi da parte anche delle aziende. ā€œLe nostre realtĆ  sono pronte a fare la propria parte e a sfruttare questa occasione – concludono Presidente e Segretario – che consentirebbe una autonoma produzione di energia pulita, con il relativo consumo, riducendo i costi della bolletta e contribuendo a salvaguardare l’ambienteā€.

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