Grassi sì o grassi no. Una discussione, tra le più accese, che negli ultimi anni ha animato il campo della nutrizione. I lipidi sono i macronutrienti spesso considerati come principali responsabili dell’aumento di peso e di malattie cardiovascolari. Ma dallo specialista biologo e nutrizionista dell’Università di Cagliari, Paolo Demurtas, arriva un’analisi più approfondita.
Sono differenti le categorie in cui possiamo classificare i grassi. “In base alla loro struttura chimica, abbiamo quelli saturi: li troviamo nella carne, nel burro e nei formaggi”, spiega Demurtas. Alimenti di origine animale, insomma, ma non solo: i grassi saturi sono presenti in alcune fonti vegetali come l’olio di cocco.
“Un consumo eccessivo di grassi è stato associato a un aumento del LDL, ovvero il cosiddetto colesterolo cattivo”, spiega Demurtas. Che aggiunge, però, come “recenti studi suggeriscono che la relazione tra grassi saturi e malattie cardiache non è così semplice come si pensava ed il loro effetto sulla salute possa dipendere dal contesto della dieta complessiva”. E dunque “alcuni alimenti ricchi di grassi saturi, come il latte intero e il cioccolato fondente, possono avere effetti neutrali o addirittura positivi quando consumati con moderazione”.
Altra categoria è quella dei grassi insaturi, considerati “buoni”, divisi in monoinsaturi e polinsaturi. “Gli studi hanno dimostrato che questi possono contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e migliorare la salute generale”, le parole di Demurtas. Inoltre, “i grassi insaturi, in particolare gli omega-3 e omega-6, sono stati associati a una riduzione del rischio di malattie cardiache. Gli omega-3 sono presenti in ottime quantità principalmente nel pesce azzurro, nelle noci e nei semi di lino e nelle alghe wakame. Cosi come in alcuni vegetali come spinaci, broccoli, cavolo verde, ceci e soia, considerate buone fonti”.
Ancora, “gli omega 3 riducono soprattutto i trigliceridi, mentre gli omega 6 migliorano prevalentemente il profilo del colesterolo. Sarebbe sempre bene valutare il corretto equilibrio tra omega 6 e omega 3 in quanto un eccesso (purtroppo molto frequente nelle diete occidentali) di omega 6 può avere effetti pro-infiammatori sulle cellule del nostro organismo”.
Altra categoria sono i grassi “Trans”, spesso presenti in alimenti trasformati e fritti. Questi sono stati associati a effetti negativi sulla salute, in particolar modo a livello cardiovascolare e banditi in molti paesi. “Le margarine di origine vegetale sono un classico esempio di prodotto lavorato ricco di acidi grassi trans e che dovrebbero essere fortemente limitate”.
“Il ruolo dei grassi nell’organismo non si limita ad essere solo una fonte di energia – spiega Demurtas – sono essenziali per l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K) e per la produzione di ormoni. Inoltre, i grassi contribuiscono alla salute del cervello e alla funzionalità cellulare”.
Dunque, i grassi sono tutti pericolosi e dannosi? La risposta dello specialista guarda, come sempre, a una corretta alimentazione. “È fondamentale l’equilibrio tra i macronutrienti, ovvero carboidrati, proteine e grassi. Non è assolutamente consigliabile l’eliminazione indiscriminata di uno dei tre senza un reale motivo ed in ogni caso senza aver consultato preventivamente uno specialista”.