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Quartu, smarrita la mascotte del Festival Circo Letterario: l’appello per ritrovare Wolly Lou

“Un dramma per sognatori e poeti: chi ce la riporta avrà in cambio libri sulla Palestina”
La Redazione

Quartu, smarrita Wolly Lou mascotte del Circo Letterario

Ieri sera a Quartu Sant’Elena si è consumato un piccolo grande dramma per chi ama sogni, parole e poesia. Durante lo smontaggio dello stand del Festival Circo Letterario, la comunità di artisti ha scoperto con dispiacere la scomparsa della mascotte ufficiale: Wolly Lou, una scimmia di peluche dal valore affettivo incalcolabile.

Il nome di Wolly Lou porta la firma della scrittrice Anja Boato, che con un gesto poetico ha battezzato la compagna simbolica del festival. In realtà il pupazzo, reperibile online per poche decine di euro, custodisce una storia molto più preziosa. Nel tempo infatti ha ricevuto abbracci, sorrisi e carezze da decine di scrittori, artisti e ospiti che hanno attraversato il Circo Letterario: da Riccardo Staglianò a Francesco Abate, da Piergiorgio Pulixi a Saverio Raimondo, fino a tanti altri che hanno lasciato un segno nelle giornate di cultura e incontro.

L’appello di Andrea Melis

Andrea Melis, poeta e fondatore del festival insieme a Claudia Benaglio, ha lanciato un accorato appello: «Chiunque avesse trovato Wolly Lou può riportarla anche in forma anonima, scrivendo a circoletterario@gmail.com. Per noi non ha prezzo, perché rappresenta la nostra famiglia allargata, fatta di sogni e di comunità».

Gli organizzatori chiedono la collaborazione della Consulta delle Associazioni di Quartu Sant’Elena, del sindaco Graziano Milia e soprattutto della cittadinanza, invitando a diffondere la notizia nei gruppi locali e sui social. «Sappiamo che il mondo affronta problemi molto più grandi», prosegue Melis, «ma questa è una questione minuscola e facilmente risolvibile. Chi l’ha trovata, riporti Wolly Lou. La ricompensa sarà in libri sulla Palestina».

La scomparsa della mascotte ha scosso non solo il cuore del festival, ma anche quello dei tanti che hanno visto in lei un simbolo di leggerezza e unione. «Wolly Lou», ricordano gli organizzatori, «ha bisogno di cure specifiche: dosi quotidiane di sogni e di poesia».

Un appello che non riguarda solo un peluche, ma il valore delle piccole cose capaci di alimentare legami e comunità.

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