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Terzo caso di West Nile in Sardegna, un anziano oristanese ricoverato a Cagliari

L’uomo, con i sintomi classici di puntura da Zanzara TIgre, trasportato in tutta fretta al Santissima Trinità: i dettagli
Paolo Rapeanu

Terzo caso di West Nile in Sardegna, registrato in provincia di Oristano.
L’appello della Asl di Oristano: “evitiamo i ristagni di acqua e proteggiamoci dalle punture di zanzara”. Un caso umano di malattia di Febbre del Nilo è stato accertato oggi in provincia di Oristano. Si tratta di un uomo anziano residente a Villaurbana con patologie pregresse. Il paziente è ricoverato all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari


Considerata la sintomatologia, sull’uomo è stato condotto l’esame sierologico che conferma la positività al virus West Nile, in Sardegna, dal Laboratorio Analisi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari.


In queste ore il Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria, diretto dalla dottoressa Maria Valentina Marras, con la collaborazione del servizio di Sanità Animale, diretto dal dottor Enrico Vacca, sta mettendo in atto tutte le misure previste: indagine epidemiologica, circoscrizione della zona di residenza dell’uomo e richiesta alla Provincia, autorità competente, di disinfestazione dell’area.


Tre casi in Sardegna, che cos’è la West Nile

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus isolato nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile, da cui prende il nome. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.


I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il mezzo di trasmissione all’uomo. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.


Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, fino a 21 giorni nei soggetti con deficit immunitari. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale ed è necessario il ricovero in ospedale

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