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Cagliari, violenza sessuale al Poetto: “Ero in lacrime e sotto choc, ho temuto il peggio”

Sabato notte è stata aggredita da 2 persone sul lungomare. Il suo racconto di quelle ore drammatiche
Ennio Neri

Cagliari, violenza sessuale al Poetto: “Ero in lacrime e sotto choc, ho temuto il peggio”

Cagliari, violenza sessuale al Poetto: “Ero in lacrime e sotto choc, ho temuto il peggio”. “Non dimenticherò mai quella notte”. Paola, è il nome di fantasia della donna che, poco dopo l’aggressione omofoba ai danni di un giovane sempre nella stessa zona, ha subito violenza sessuale sul lungomare Poetto. Ecco il suo racconto.
“Erano le 4:30 del mattino. Mio marito e la mia amica avevano accusato un malore dopo una serata trascorsa al Fico d’India, noto locale del Poetto di Cagliari. Li ho accompagnati entrambi in macchina per farli riposare un attimo. L’amica era sdraiata nel sedile posteriore, all’interno della nostra auto, lui davanti. Io tenevo tutto sotto controllo, scossa ma vigile”.

All’improvviso tre uomini si sono avvicinati. Uno circa 50 anni, gli altri due poco più che trentenni. “Mi hanno chiesto se tutto andava bene”, prosegue, “sembravano gentili, quasi premurosi. Uno ha perfino proposto di accompagnarci a casa. Ho voluto fidarmi. Ho aperto uno spiraglio di finestrino”. Ma quella presunta cortesia è durata pochi minuti.

“Uno dei due giovani ha guardato la mia amica e, con un ghigno che mi ha gelato il sangue, mi ha detto: «Fammela s…..e, mi piacciono le milf». Io ho avuto la prontezza di chiudere lo sportello. Ma poco dopo ho dovuto scendere dall’auto. Loro ne hanno approfittato. Sono tornati. Hanno riaperto e hanno messo le mani addosso a lei”

Poi concentrano su Paola le loro viscide attenzioni. “Uno mi ha palpeggiata ripetutamente, mi si è strusciato addosso e mi ha sussurrato proposte oscene, voleva che lo seguissi sulla spiaggia. Ho sentito la paura salirmi in gola. Ho detto no, ho alzato la voce. E in quel momento mio marito si è svegliato. Si è alzato. Li ha affrontati. Li ha minacciati. Ma loro non si sono fermati. Solo l’arrivo dei carabinieri li ha messi in fuga. Ho iniziato a tremare. Ho pianto. Non riuscivo a respirare. Poco dopo mi hanno caricata in ambulanza”.

Il giorno dopo trova la forza per andare dalle forze dell’ordine e formalizzare la denuncia. Descrive i volti e i vestiti: uno portava una camicia a righe bianche e nere, un altro un completo Emporio Armani.

“Oggi vivo con l’ansia”, conclude, “ogni volta che penso al Poetto, mi torna quel nodo alla gola. Ringrazio il personale del Fico d’India e chi quella notte ci ha aiutati. Ma mi chiedo: com’è possibile che tre uomini si sentano liberi di aggredire due donne davanti a un locale pieno di gente?”

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