È ufficiale, l’Università di Cagliari ha deciso di bloccare qualunque tipo di rapporto non con lo Stato di Israele, bensì con gli israeliani che appoggiano il governo Netanyahu e, di rimbalzo, con chi appoggia il conflitto a Gaza. La decisione è presa dal Senato accademico: per l’Ateneo cagliaritano è importante “l’approvazione di un documento di sostegno del Senato accademico alla situazione in Palestina, auspicando il ripristino dello stato di diritto e l’apertura di corridoi umanitari per gli studenti palestinesi”.
No dell’Università di Cagliari ai rapporti con gli israeliani pro Netanyahu
Nel documento “si escludono inoltre forme di collaborazione con soggetti dello Stato di Israele coinvolti nel conflitto, offrendo la più ampia collaborazione per la ricostruzione del sistema educativo e sanitario palestinese”.
In un contesto internazionale sempre più polarizzato attorno al conflitto israelo‑palestinese, alcune Università hanno intrapreso scelte, più o meno radicali, nel campo della cooperazione scientifica e accademica. In particolare, l’Ateneo cagliaritano ha recentemente annunciato la decisione di interrompere i rapporti istituzionali con enti, università e istituzioni israeliane che sostengono apertamente il governo di Benjamin Netanyahu.
Solo con loro, però. Restano attive, salvo smentita, le attuali collaborazioni in atto o in fase di avvio. Ciò che è sicuro è che la mossa dell'Ateneo cagliaritano porterà inevitabilmente a polemiche o, quanto meno, discussioni tra i favorevoli e i contrari alla porta chiusa in faccia "a metà" a Israele.