Turisti bloccati dalla sanità a Carbonia
Turisti bloccati dalla sanità a Carbonia. Un viaggio di piacere si trasforma in incubo per Irene Guidetti e la sua famiglia. Il padre, allettato dopo una frattura al femore rimediata in Sardegna, rischia di rimanere isolato per giorni a causa di problemi organizzativi negli ospedali locali. La donna denuncia le difficoltà: “Ho già organizzato privatamente il trasferimento a Bologna, ma l’ospedale qui prima dice sì, poi no, perché non vogliono assumersi la responsabilità”.
Irene racconta di aver programmato tutto: a Bologna il letto è pronto e la data dell’intervento confermata, ma il trasferimento resta incerto. La prospettiva di restare in Sardegna per altri dieci giorni lontano da casa pesa sulla famiglia. La madre, che viaggiava con il padre, ora deve vivere in un camper per assisterlo, gestendo una situazione resa difficile dalla carenza di personale e dalla limitata disponibilità di supporto per i pasti e le cure quotidiane.
Il responsabile dell’ambulanza privata si sta impegnando al massimo, ma Irene sottolinea che senza il coordinamento dell’ospedale il trasferimento resta complesso: “Perché operare qui? Per la riabilitazione dovrei restare a Cagliari per chissà quanti mesi, mentre a Bologna tutto è pronto e organizzato”.
La vicenda mette in luce la fragilità di alcuni servizi sanitari locali, soprattutto in contesti turistici dove pazienti temporanei necessitano di cure immediate e trasporti ospedalieri rapidi. Irene chiede interventi tempestivi e una maggiore responsabilità da parte delle strutture sanitarie per facilitare il rientro dei pazienti lontani da casa, evitando che un’emergenza sanitaria diventi un incubo burocratico.