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Turista “bloccato” a Carbonia, la svolta: “I medici hanno firmato per farmi operare nella mia Bologna”

Fine dell’odissea per un 81enne fratturato, la figlia: “Nonostante il codice verde i dottori l’hanno dimesso con obbligo di assistenza, assurdo”
Paolo Rapeanu

Sarà presto operato in ospedale a Bologna un turista 81enne che, a Carbonia, in seguito alla frattura del femore, ha scoperto la sanità malandata sarda, trascorrendo un bel po’ di giorni bloccato al Sirai. Meglio, “prigioniero”, stando al racconto della figlia, Irene Guidetti: “Papà è allettato dopo la frattura e stava rischiando di rimanere isolato per giorni a causa di problemi organizzativi negli ospedali locali”. La donna ha denunciato le difficoltà a Cagliari News (QUI l’articolo): “Ho già organizzato privatamente il trasferimento a Bologna, ma l’ospedale qui prima dice sì, poi no, perché non vogliono assumersi la responsabilità”.

Turista “prigioniero” della sanità sarda malandata anche a Carbonia

E, finalmente, ecco la svolta: “Mi hanno firmato le dimissioni, un codice verde che comunque non ci ha liberato dall’obbligo di una assistenza continua durante tutto il viaggio in nave” racconta la donna. Accanto a lei, sorridente nonostante i dolori della frattura, c’è il padre: “Presto potrò essere seguito nella mia Bologna”.

La figlia, raggiante, aggiunge: “Voglio citare e ringraziare pubblicamente l’associazione ‘Assistiamo Te’ nelle persone di Elvis e Armando per l’impegno che hanno messo e la continua assistenza telefonica che mi hanno dato”. L’ottantunenne presto finirà sotto i ferri a Bologna: “Mi dispiace”, osservano figlia e padre, “che in una bella regione come la Sardegna la sanità sia messa così male. All’ospedale c’erano tanti altri malati che stavano ore e ore buttati sulle barelle, in attesa di essere controllati o visitati. L’augurio è che, anche loro, possano presto stare meglio e tornare a vivere la loro vita”.

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