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Il tumore? “Scoperto solo a Milano dopo il viaggio della speranza da Cagliari”

Medici di famiglia quasi introvabili, figurarsi esperti pronti a visitarti. La storia di Tamara Usai, 49enne residente a Sestu: “Sentivo che un nodulo era sempre più grande. Nell’Isola i tempi di attesa sono lunghissimi, ma quanti possono permettersi di pagarsi i voli?”
La Redazione

Sorride più che a metà, anche perchè la metà del percorso l’ha da poco superata, Tamara Usai, in lotta contro un tumore scoperto a Milano: a Cagliari nessuno l’aveva mai notato “anche perchè i tempi di attesa per le visite son lunghissimi. L’estate scorsa sentivo che qualcosa di strano stava accadendo, un nodulo mammario stava aumentando di volume e volevo assolutamente approfondire, ma non in Sardegna”.

Perchè? “I tempi di attesa sono lunghissimi e dove purtroppo non mi sentivo più sicura. Così ho deciso di recarmi fuori all’istituto Ieo di Milano”.

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La testimonianza della 49enne di Sestu, colpita da un tumore scoperto a Milano, arriva proprio nei giorni nei quali Cagliari News ha acceso il faro sui ritardi delle cure in Sardegna.

Nonostante le infornate di commissari straordinari effettuati dalla Regione o altre azioni, svolte in passato ma a quanto pare insufficienti. Ecco, di seguito il racconto di Tamara Usai.

Il racconto

“Sei novembre 2024. Mi ricordo le prime parole del medico, il dottor Veronesi: “Perchè è venuta da noi?”. Rispondo “Non si sa mai, nonostante tutti mi dicano che sono fissata e ipocondriaca voglio vederci chiaro ancora una volta”. Faccio la visita, e il mio istinto non si è sbagliato.

“Signora, lei ha un tumore”.

“Nel momento in cui ti danno la notizia ti crolla il mondo addosso, anche per i tuoi figli e per la tua famiglia”.

“L’orologio della vita si blocca all’improvviso, sei come catapultata dentro un treno, vedi il vetro del finestrino e noti le persone più importanti”.

“Intanto, il medico mi comunica che avrei avuto bisogno di esami, una terapia chemioterapica e l’intervento per asportarlo, sperando anche nella chemio”.

“Afferro le mani del medico, il dottor Paolo Veronesi e lo imploro di aiutarmi, gli ripeto per diverse volte che ho tre figli. Lui, con voce pacata e rassicurante mi dice di stare tranquilla. Al mio fianco mio marito, con lo sguardo incredulo, si rivolge al medico con gli occhi lucidi: “Dottore, la prego, salvi mia moglie”.

“Questo è quello che si vive appena te lo comunicano. Non è stato semplice comunicarlo ai ragazzi in piena adolescenza.

“Ma, grazie al mio carattere e a quella forza che Dio mi da ogni giorno, con il sorriso e la mia voglia di stravolgere le giornate di tutti costantemente”.

“Le cure chemioterapiche le sto portando avanti in Sardegna con il supporto della clinica di Decimomannu e grazie anche agli interventi iniziali dello staff del Policlinico, dove ho trovato personale veramente preparato che mi ha rassicurata e sostenuta”.

“Certo, la notte non si dorme più come prima, i dolori si fanno sentire, gli ormoni ti stravolgono, arriverà a breve la menopausa e il tuo fisico si trasforma, il tuo umore ha dei picchi glicemici, cadono anche ciglia e capelli, ma tu devi ricordarti che stai attraversando la prova della tua vita che ti farà capire che oltre a essere l’ennesima persona sfortunata , sarai una grande leonessa che farà qualsiasi cosa pur di vedere i propri cuccioli crescere, realizzarsi e voler invecchiare con tante rughe affianco al proprio marito, con il quale ogni giorno ci si confronta e si affrontano le difficoltà”.

E la 49enne, in lotta contro un tumore scoperto a Milano, conclude: “Avere un cancro mi fa capire che ci si deve fermare di più ad assaporare il tempo. Si possono avere tante cose nella vita, l’unica cosa che non ritorna è proprio questo, ogni istante bisogna viverlo appieno sia per te stesso che per le persone che ti fanno sentire speciale, quelle persone che ci sono anche quando non sono davanti a te”.

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