“Viaggi di Litta” sospende i tour di gruppo negli Stati Uniti: stop fino alla fine dell’era Trump
Il tour operator di Quartu “Viaggi di Litta” cancella New York, Florida e New England: “Decisione sofferta ma necessaria. Dirotteremo 500 viaggiatori l’anno verso Canada e Thailandia”.
Una decisione drastica, sofferta, ma ritenuta ormai inevitabile. La Viaggi di Litta, piccolo tour operator regionale con una lunga tradizione nei viaggi di gruppo oltreoceano, ha annunciato la sospensione di tutti i viaggi di gruppo negli Stati Uniti finché Donald Trump resterà presidente.
A comunicarlo è il gestore Franco Turco, che parla apertamente di una scelta dal forte impatto economico.
“Non è stato semplice deciderlo. Cancellati i viaggi di gruppo a New York, così come i tour Boston e New England e Florida per fine 2026. Ogni anno la Viaggi di Litta accompagnava negli USA circa 500 persone, un flusso che ora verrà dirottato verso nuove destinazioni come Canada e Thailandia.
Le motivazioni: politica, diritti e controlli sui social
Alla base della decisione, spiega Turco, ci sono ragioni politiche e valoriali. In particolare, il riferimento è al piano strategico nazionale varato dal governo Trump, giudicato “insultante e sprezzante nei confronti dell’Europa e dei suoi valori”, e alle nuove misure annunciate dal Dipartimento degli Interni statunitense, che prevedrebbero la richiesta ai turisti stranieri di fornire copia dei propri profili social degli ultimi cinque anni.
“Questi non sono più gli Stati Uniti di Reagan e Kennedy, né la più grande democrazia che liberò il mondo dal nazifascismo”, afferma Turco senza mezzi termini. “Oggi ci troviamo davanti al regime di un narcisista psicopatico al servizio del Cremlino, apprezzato guarda caso solo dalla Russia di Putin”.
Viaggi individuali confermati
La sospensione riguarda esclusivamente i viaggi di gruppo organizzati. La Viaggi di Litta continuerà infatti a organizzare viaggi individuali negli Stati Uniti per i clienti che ne faranno richiesta.
“Non ho intenzione di mandare bonifici da centinaia di migliaia di euro a un Paese che sta destabilizzando la pace e l’economia mondiale”, conclude il gestore. “Saranno tre anni di resistenza a questa follia, ma ho deciso di dare il mio piccolo contributo”.
Una presa di posizione rara nel settore turistico italiano, che apre un dibattito più ampio sul rapporto tra turismo, politica internazionale e responsabilità etica delle imprese.