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Soccorritore ucciso, le ombre nel passato di Marco Pusceddu: brutale aggressione e denunce per stalking

L’uomo, originario di Domusnovas e ammazzato con 5 pistolettate a Buddusò, vittima di un pestaggio e ai ferri corti con l’ex compagna
La Redazione

Ci sono delle ombre, valutate e indagate con la massima attenzione dai carabinieir, nella vita apparentemente tranquilla del soccorritore ucciso a Buddusò, Marco Pusceddu. Cinque colpi di pistola sparati da un killer, che l’ha chiamato per nome e cognome mentre si trovava nell’associazione di ambulanze nella quale aveva trovato lavoro da pochi mesi.

I militari stanno dando la caccia all’assassino e, dopo avere ascoltato i colleghi dell’associazione di ambulanze e gli amici più stretti, stanno passando al setaccio altri “settori” della vita della vittima.

Marco Pusceddu, soccorritore ucciso con un passato con qualche ombra

Due mesi fa, nella zona di Portoscuso, era rimasto vittima di una brutale aggressione. Marco Pusceddu si era fermato per riposare, a bordo della sua auto, in una piazzola di sosta. Si è risvegliato dopo settimane, a coma terminato, in un letto di ospedale: non aveva saputo raccontare niente, nemmeno un dettaglio di quanto poteva essergli capitato, ma era chiaro che qualcuno era riuscito a fargli molto ma molto male.

Ci sono poi le denunce per stalinkg, reciproche, protocollate da lui e dalla sua ex compagna, ai carabinieri di Iglesias. Stando a quanto trapela, in pochissimi sapevano dei forti dissapori, se così si possono definire, che avevano portato i due a troncare il rapporto e “combattersi” a suon di denunce.

Certo, vanno trovati eventuali collegamenti tra i due fatti e la morte violenta di Pusceddu. Ciò che però ormai appare sicuro è che, nella sua vita, non tutti gli fossero amici. E l’assassino potrebbe aver fatto molti chilometri prima di raggiungerlo, visto che a Buddusò il soccorritore era a malapena noto ai colleghi della Intervol.

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