“Quel lavoro ti ha consumato”: la rabbia e il dolore di Simona Pili, ex moglie di Roberto Cabras
“Quel lavoro ti ha consumato”: la rabbia e il dolore di Simona Pili, ex moglie di Roberto Cabras. “Sembrava così felice, ma dentro era un abisso.” Parole dure, colme di rabbia e disperazione, quelle pronunciate da Simona Pili, ex moglie di Roberto Cabras, l’agente immobiliare 44enne trovato morto all’interno della sua auto precipitata in un burrone a Castiadas. Un dolore che si fa denuncia, mentre la Procura di Cagliari indaga sulla misteriosa scomparsa dell’uomo.
“Il tuo lavoro era tutto per te: lo amavi, lo respiravi, lo portavi dentro come un’identità. Ma quel lavoro ti ha anche consumato”, scrive Simona in un lungo messaggio affidato ai social, dopo la tragedia che ha scosso Quartu e tutto il mondo immobiliare sardo. Parole che restituiscono il ritratto di un uomo profondamente segnato da pressioni professionali e, forse, da un sistema che lo ha isolato.
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La donna punta il dito contro chi, a suo dire, avrebbe potuto accorgersi del disagio profondo di Roberto: “Il tuo silenzio era un grido che non abbiamo saputo ascoltare. E forse, e questo lo dico con rabbia e con dolore, non eri circondato da persone davvero valide. Forse c’erano solo presenze superficiali, che hanno preferito ignorare il tuo malessere.”
Queste dichiarazioni si intrecciano con un quadro investigativo complesso. La Procura di Cagliari, guidata dal procuratore capo Rodolfo Sabelli e dal sostituto Mauro Leo, ha aperto un’indagine per omicidio colposo, ma non si esclude l’ipotesi di istigazione al suicidio. Un’autopsia è stata disposta per accertare la reale dinamica della morte e l’eventuale presenza di lesioni incompatibili con un semplice incidente stradale.
Al centro dell’attenzione anche un post pubblicato e poi misteriosamente rimosso dal profilo Facebook di Cabras poco prima della sua scomparsa. Il messaggio conteneva gravi accuse e allusioni a raggiri, incassi in nero, aste truccate e investimenti sospetti nel settore immobiliare. Un contenuto che, secondo gli inquirenti, potrebbe rappresentare un vero e proprio grido d’allarme.
La famiglia di Cabras, assistita dall’avvocato Valerio Pirisi, non accetta l’ipotesi del gesto volontario. “Ci sono molte incongruenze e vogliamo piena chiarezza”, ha dichiarato il legale. Sullo sfondo anche un fascicolo aperto nel 2023 dalla Guardia di Finanza su presunte irregolarità nella gestione della società dell’uomo. L’indagine, chiusa con una richiesta di archiviazione, potrebbe ora riaprirsi alla luce dei nuovi elementi.
Nel frattempo le parole di Simona Pili risuonano come un monito. “Quando si è fragili, avere intorno anime vuote può essere fatale. Come lo è stato per te.”