Sestu si prepara a vivere una lunga giornata di lutto per il funerale del 16enne Mariano Olla, morto in mare a Cagliari. Il funerale alle 16 con i genitori, la sorella, le zie, i compagni di scuola e i suoi professori sarà il punto più “sentito” di un giorno intriso di tanto dolore per la scomparsa, improvvisa, del sedicenne. Le indagini della polizia vanno avanti: all’ipotesi di omissione di soccorso potrebbe aggiungersi quella di morte come conseguenza di altro reato. Perchè, ad un party in spiaggia con 150 persone, nessuno ha soccorso Mariano una volta caduto in acqua? Era con i suoi amici o, come trapela, con un gruppo di persone “misteriose” che, forse, aveva visto poche volte e che quindi non poteva certo definire amici.
La lettera prima del funerale, a Sestu, di Mariano Olla
Intanto, i suoi professori del Meucci ghanno dedicato un lungo ricordo, intriso anche questo di parole che fanno intuire, quanto meno, tutte le fragilità e difficoltà del sedicenne Mariano Olla.
“La nostra scuola è in lutto. Siamo tutti sconvolti per la tua perdita, Mariano. Venerdì sera, mentre voi ragazzi eravate a festeggiare, anche noi prof abbiamo festeggiato: avevamo finito gli scrutini, e per te erano andati bene. Non è stato un anno facile, la terza: professori nuovi, materie nuove, la voglia di giocare e chiacchierare coi compagni, anche durante la lezione. Non era difficile, però, entrare in relazione con te: bastava sorridere, essere gentili e tu ricambiavi, con spontaneità e dolcezza. L’atteggiamento di chi non si interessa a nulla di ciò che si fa in classe si alternava ad altri momenti in cui avevi la forza e il coraggio di chiedere aiuto: non avevi paura di raccontare le tue difficoltà nell’affrontare certi argomenti, certe materie. Eri forte, perché ci vuole forza, per chiedere aiuto. Altre volte ti scoraggiavi, e allora bisognava insistere, per farti lavorare, ed era una soddisfazione immensa quando ti avvicinavi alla cattedra per consegnare il compito e dicevi “Prof, mi sono impegnato”. Vederti passare dall’indifferenza all’impegno. Vederti arrivare alla cattedra col quaderno in cui avevi svolto il lavoro richiesto. Sentirti dire, dopo l’ultima verifica dell’anno “Prof., io non rispondo, quando fa le domande, perché sono timido, ma l’ho ascoltata, tutto l’anno”. Ci tenevi, ad essere promosso. Volevi trovare un lavoro estivo, e volevi essere tranquillo. Quando ci siamo salutati, l’ultimo giorno, avevi ancora qualche dubbio: Prof, ma con lei ho la sufficienza? Vedi tu! Ancora dubbi, e paura. Stai tranquillo, cucciolo Ecco. Stai tranquillo, cucciolo. Non più dubbi, non più paura di non farcela. Ci mancherai, cucciolo”: