Parole di elogio per vigneti sardi al Vinitaly di Verona. Con i suoi oltre 400 ettari, l’Isola è tra le regioni con maggiore estensione a piede franco, come confermato dal presidente di Assoenologi Mariano Urru. Ed è proprio la diffusione e la valorizzazione della viticolura nostrana è al centro di un convegno organizzato da Laore Sardegna e in programma per il prossimo 7 aprile, nello spazio istituzionale della Regione, in collaborazione con Università di Sassari, Assoenologi Sardegna, Ais – Associazione Italiana Sommelier.
Sono previsti gli interventi dello stesso Murru, di Marcello Onorato per Laore, Giovanni Antonio Sechi, Sardegna Città del Vino, Silvano Ceolin, presidente Comitato italiano per la tutela del “piede franco”, Luca Mercenaro, Università di Sassari, Mario Fregoni, Oiv, Antonio Furesi, AisSardegna.
Attorno a questa realtà è nata una rete internazionale per il riconoscimento Unesco delle viti coltivate a piede franco, ovvero con radici proprie e non innestate su viti americane. “Un grande patrimonio del sistema viticolo che va tutelato e valorizzato – sottolinea Luca Mercenaro, del dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari – anche per la valenza paesaggistica e territoriale”.
Il presidente onorario Oiv Mario Fregoni mette in rilievo come “in Sardegna grazie alla natura sabbiosa dei terreni si siano preservati dai danni della fillossera vecchi vigneti con numerosi biotipi, materiale genetico importante anche per affrontare i nuovi scenari legati ai cambiamenti climatici”. In programma una masterclass dedicata ai vini ottenuti da vitigni Vermentino, Cannonau, Carignano, Caricagiola coltivati a piede franco in diversi areali della Sardegna come per esempio l’Isola di Sant’Antioco e il litorale di Badesi.