La Sardegna non può continuare a vivere di proroghe e promesse: è il momento di costruire un futuro industriale ed energetico vero, solido e partecipato”. Lo affermano Fulvia Murru e Carla Meloni della Uil Sardegna definendo l’imminente DPCM energia e i prossimi tavoli nazionali “come a una prova decisiva per l’Isola”.
Il metano? Non basta, la Sardegna può fare di più
“Non basta – sottolineano Murru e Meloni – parlare di metano come fonte di transizione. Serve un piano industriale complessivo che a oggi la Sardegna non ha. Da nord a sud la deindustrializzazione sta andando avanti in modo drastico. Le vertenze del Sulcis rappresentano la punta avanzata di questo processo. È necessario cambiare passo per far nascere lavoro stabile, ben pagato e qualificato. Se la Sardegna diventa laboratorio europeo della transizione giusta, allora il cambiamento non sarà una minaccia ma un’occasione storica”.
La Uil rilancia la sua proposta: un Fondo per la Transizione Giusta, finanziato con una quota dei ricavi delle rinnovabili, da destinare a ricerca, formazione e riconversione industriale. “L’energia che nasce in Sardegna deve restare in Sardegna – ribadisce la Uil Sardegna – trasformandosi in sviluppo, occupazione e diritti per le lavoratrici e i lavoratori”.
Accanto a questo, la Uil chiede la creazione immediata di un Osservatorio permanente Energia–Industria–Lavoro, con Regione, Governo, imprese e sindacati, che vincoli ogni investimento a impegni occupazionali concreti e verificabili.
“L’autunno – concludono Murru e Meloni – non deve essere la stagione delle incertezze, ma quella delle scelte coraggiose. La Sardegna ha tutto per diventare un modello: energia pulita, industria innovativa, lavoro sicuro e di qualità. Noi saremo al fianco dei lavoratori per trasformare questa sfida in un’opportunità concreta”.
“Il Governo e la Regione – ribadiscono Murru e Meloni – devono dire con chiarezza quale futuro immaginano per la Sardegna. Vogliamo continuare a rincorrere proroghe o vogliamo finalmente costruire un modello produttivo sostenibile, innovativo e stabile? La transizione giusta non può restare uno slogan: servono obiettivi, tempi e risorse vincolanti”.