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Vacanze, Ferragosto solo per ricchi in Sardegna: è la più cara d’Italia

La Regione al centro del Mediterraneo in testa alla classifica di tutte le località balneari. Per una famiglia pesa tantissimo anche il costo del traghetto, per un alloggio anche medio partono non meno di 2500 euro: i dati
Paolo Rapeanu

Vacanze: la Sardegna è la più cara d’Italia

Vacanze: la Sardegna è la più cara d’Italia. La Sardegna “brucia” tutte le regioni italiane alla voce “costo della settimana di Ferragosto 2025”. Chi vive nell’Isola al centro del Mediterraneo deve sentirsi davvero molto fortunato, al contrario di chi spera, anela di poter raggiungere le nostre coste e fare un bagno da sud a, soprattutto, nord. A svelare i prezzi è Assoutenti. Rincarano traghetti, tariffe +9,7%: supera 1300 euro la spesa per una famiglia di 4 persone con auto al seguito. L’Emilia Romagna è la regione che nell’estate 2025 offre i migliori prezzi sul fronte delle strutture ricettive, mentre le località balneari della Sardegna si confermano quelle più costose. Il dato emerge da una ricerca realizzata da Assoutenti che ha analizzato i costi a carico delle famiglie che stanno prenotando in questo periodo le vacanze estive. Una famiglia con due figli che decide di trascorrere una settimana in villeggiatura a cavallo di Ferragosto (dal 9 al 16 agosto) in un hotel a 3 stelle spende, prenotando in questi giorni, un minimo di 1.030 euro a Rimini, 1.498 euro a Riccione, 1.512 euro a Milano Marittima – spiega Assoutenti – Chi opta per la Toscana, deve mettere in conto una spesa minima sopra i 1.600 euro a Lido di Camaiore e Viareggio, che diventano 2.226 euro se si sceglie Marina di Pietrasanta.

Le altre regioni

Prezzi diversificati in Liguria: se a Rapallo per la stessa settimana di villeggiatura bastano 1.610 euro, il costo per la famiglia “tipo” presa in esame si impenna a 3.551 euro andando a Santa Margherita Ligure. Attorno ai 1.500 euro la spesa per una settimana in hotel in Veneto (Lido di Jesolo e Caorle) mentre servono poco più di 1.800 euro in Friuli (Lignano Sabbiadoro e Grado). Per la Puglia, optando per Gallipoli o Otranto, occorre preventivare una spesa minima di circa 1.700 euro. Il quadro cambia decisamente se si scelgono destinazioni più esclusive: a San Vito lo Capo e Cefalù (Sicilia) 7 notti in hotel costano ad una famiglia di 4 persone un minimo di poco più di 2mila euro, a Sorrento si parte da 2.051 euro, 2.264 euro ad Amalfi, per arrivare ai 2.681 euro di Baja Sardinia, 2.870 euro di Golfo aranci, e un minimo di 3.015 euro a San Teodoro, numeri che confermano come la Sardegna vanti le tariffe più elevate d’Italia sul fronte delle strutture ricettive.

Il caro traghetti

Nota dolente quella relativa ai traghetti. La stessa famiglia presa in esame che decide di muoversi via mare con auto al seguito spende, senza cabina e partendo l’8 agosto, ritorno 16 agosto, 1.343 sulla tratta Civitavecchia-Olbia, 1.363 euro sulla Genova-Porto Torres, 1.197 euro per la Livorno-Olbia, 1.005 euro per il collegamento Civitavecchia-Porto Torres, 678 per andare da Napoli a Palermo e ritorno. Per le tratte monitorate – denuncia Assoutenti – le tariffe risultano in aumento in media del +9,7% rispetto lo stesso periodo del 2024. Bicchiere mezzo pieno per quanto riguarda gli stabilimenti balneari: dopo i fortissimi rincari del periodo post-Covid, quest’anno i ritocchi dei listini di lettini e ombrelloni risultano contenuti in tutta Italia – rileva l’associazione – Il costo giornaliero per l’affitto di un ombrellone e due lettini, pur essendo estremamente diversificato sul territorio e a seconda del livello dello stabilimento scelto, risulta in crescita tra il 3% e il 5% rispetto allo scorso anno, mentre gli abbonamenti mensili e stagionali salgono di circa il 6%. “Le villeggiature degli italiani sono sempre più costose, e per molte famiglie rappresentano un vero e proprio salasso – afferma il presidente Gabriele Melluso – La ripresa del turismo in Italia e la crescita delle presenze dall’estero spingono gli operatori ad applicare continui rialzi delle tariffe, rincari che non appaiono giustificati né da fenomeni come caro-energia e inflazione, né dai maggiori costi in capo a strutture ricettive e società di trasporti. Una situazione che cambia radicalmente le abitudini degli italiani i quali, come già osservato lo scorso anno, per abbattere la spesa relativa alle vacanze estive dicono addio alla villeggiatura lunga da 10 o 14 giorni, optando per viaggi più brevi e più frequenti e spalmati nei mesi di giugno, luglio e settembre, quando le tariffe sono decisamente più convenienti”.

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