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Sanità al collasso, a Cagliari protestano anche i privati: “Da 13 anni zero aumenti”

I soldi non bastano per nessuno, figurarsi per chi ha lo stesso stipendio del 2012. La rabbia “di lavoratori sfruttati e dimenticati”
La Redazione

Tanto lavoro ma pochi soldi, il piatto piange anche tra i lavoratori di Cagliari della sanità privata

“Uno sciopero necessario per denunciare una situazione ormai insostenibile”. Inizia così la lunga lista di accuse e attacchi dei sindacati sardi per il mancato rinnovo, anche a Cagliari per i dipendenti della sanità privata, dei contratti collettivi nazionali AIOP e ARIS, fermi da sei anni per il comparto sanitario e addirittura da tredici anni per le Rsa. “Una condizione che colpisce duramente migliaia di professionisti che operano nelle strutture private accreditate, spesso in contesti difficili e con elevata responsabilità”, tuonano i sindacati Cgil, Cisl e Uil. La protesta, a Cagliari, accanto alla prefettura. Gli stessi sindacalisti – Daniela Carta per la Cgil, Alessandro Floris in quota Cisl e Guido Sarritzu per la Uil, hanno anche fatto recapitare una lettera-sos allo stesso prefetto di Cagliari.

“È una vergogna che il personale della sanità privata sia ancora senza contratto, nonostante l’impegno quotidiano, spesso in condizioni complesse e con la stessa responsabilità della sanità pubblica”, denuncia Guido Sarritzu, Uil Fpl. “Si tratta di lavoratrici e lavoratori dimenticati, sfruttati, che tengono in piedi intere strutture accreditate senza il giusto riconoscimento economico e professionale.”

Ecco le richieste della Uil Fpl: Rinnovo immediato del CCNL AIOP e ARIS Sanità Privata, fermo da sei anni, e del CCNL AIOP RSA, bloccato da tredici anni, migliori condizioni di lavoro, adeguamento delle retribuzioni, valorizzazione delle competenze e dei profili professionali, maggiore stabilità occupazionale e reale attenzione alla sicurezza sul lavoro.

Una richiesta chiara alla Regione Sardegna: “Chiediamo con forza – prosegue Sarritzu – l’immediata apertura di un tavolo di confronto permanente tra AIOP, l’Assessorato Regionale della Sanità e le Organizzazioni Sindacali, per affrontare anche i nodi strutturali del sistema regionale. Priorità? La revisione delle dotazioni organiche minime, per garantire assistenza sicura e di qualità, rivedere i criteri di accreditamento delle strutture sanitarie private, la definizione di un accordo decentrato regionale, con meccanismi premiali per i lavoratori in caso di incrementi di budget o extra budget stanziati dalla Regione per le strutture accreditate.

“In Sardegna, questi lavoratori suppliscono quotidianamente alle carenze della sanità pubblica, garantendo servizi e continuità assistenziale. Eppure vengono trattati come professionisti di serie B. È arrivato il momento di dire basta, occorre una svolta politica e istituzionale, con risposte immediate e concrete”, conclude Sarritzu. 

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