Governo: “Eurallumina salva per sei mesi”
Il tavolo convocato al Mimit segna un passaggio cruciale per il futuro di Euroallumina. I ministri delle Imprese, Adolfo Urso, e del Lavoro, Marina Calderone, spiegano di aver condotto colloqui costanti con l’azienda, il Demanio e i sindacati per costruire una soluzione credibile dopo mesi di incertezza. Entrambi confermano che il Comitato di sicurezza finanziaria approva la linea che sostiene la necessità di garantire la continuità produttiva, in vista della ripresa delle attività quando l’azienda riavrà pieno accesso agli asset oggi bloccati.
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Il Demanio avanza al Mef una richiesta da 9,6 milioni di euro, destinati a sostenere i costi aziendali nella prima metà del 2026. Secondo quanto trapela, il ministero dell’Economia mostra un orientamento favorevole all’inserimento delle risorse nella legge di bilancio, un segnale che alimenta l’ottimismo sulla sostenibilità del percorso individuato.
La posizione di Urso e Calderone
Durante l’incontro, Urso sottolinea il carattere non scontato del risultato raggiunto. Ricorda i dodici tavoli convocati dal 2023, anno in cui le sanzioni successive all’invasione russa dell’Ucraina hanno congelato gli asset e bloccato il rilancio dello stabilimento di Portovesme. Il ministro parla di un passo avanti decisivo, che permette di lavorare a una soluzione definitiva e strutturale e che potrebbe fare da apripista anche per altre crisi industriali del territorio, come quella legata al progetto Rwm.
Calderone ribadisce la volontà del Governo di creare un terreno di confronto utile al superamento dello stallo, nel pieno rispetto delle autonomie decisionali dei soggetti coinvolti.
La voce dei lavoratori
Nel frattempo, una delegazione di operai raggiunge Roma per chiedere la chiusura immediata della vertenza. Enrico Pulisci, delegato Rsa, rivendica parità di trattamento con altri Paesi europei che non hanno applicato sanzioni all’azienda. Ricorda inoltre che il rilancio dello stabilimento può generare 400 milioni di investimenti e 1.500 posti di lavoro.
La protesta dei quattro operai saliti sul silo alto 40 metri per tredici giorni accende i riflettori sulla richiesta di certezze. Dopo la visita della ministra Calderone, i lavoratori attendono segnali concreti, soprattutto alla luce dell’annuncio di Rusal di interrompere i finanziamenti dal 31 dicembre, scelta che rischia di paralizzare gli sforzi di rilancio.
La giornata al Mimit rappresenta quindi un passaggio decisivo: Governo, azienda e lavoratori guardano alla stessa direzione, con l’obiettivo di garantire continuità e futuro allo stabilimento del Sulcis.