E’ stata approvata con i soli voti della maggioranza, l’opposizione ha lasciato l’Aula al momento della votazione in Consiglio regionale, la mozione numero 35, firmata da tutti i capigruppo del Campo largo (primo firmatario Roberto Deriu, Pd) sulla “necessità che la Regione presenti ricorso per conflitto di attribuzione tra enti dinnanzi alla Corte Costituzionale, nella vicenda relativa alla prospettata decadenza della Presidente della Regione conseguente al provvedimento del Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello di Cagliari”. Incassato il sì con 31 voti favorevoli e il solo contrario di Gianni Chessa, chiamato dal presidente del Consiglio a restare in Aula per il ruolo di segretario nella votazione, ora starà alla Giunta, come si legge negli impegni della mozione, a “deliberare tempestivamente la proposizione di un ricorso della Regione dinnanzi alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra enti” e a presentarlo entro il termine del 4 marzo 2025 previsto a pena di decadenza, oltre a “esperire ogni altro rimedio giurisdizionale percorribile al fine di ripristinare la legalità violata”. Assente dall’Aula la governatrice Alessandra Todde, così come la minoranza: “Non partecipiamo per motivi politici perché non condividiamo nel merito e nel metodo la mozione”, ha annunciato Paolo Truzzu, capogruppo Fdi, prima del voto e dopo il dibattito, con una ventina di interventi. Discussione cominciata con l’intervento illustrativo del documento da parte di Roberto Deriu, capogruppo del Pd.
Ancora: la minoranza di centrodestra “non ha nulla da spartire con la decisione della maggioranza di sollevare il conflitto di attribuzione con lo Stato” contro l’ordinanza di decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, quanto alla mozione approvata questa mattina “è grave nel metodo e nel merito”. Tutti d’accordo i consiglieri dell’opposizione: la mozione approvata oggi con i soli voti del campo largo, è soltanto “un tentativo di prendere tempo davanti al rischio di nuove elezioni, ma noi siamo prontissimi a tornare al voto, anzi ci auguriamo a questo punto che avvenga quanto prima perché questa legislatura, oggi lo possiamo certificare, non è mai iniziata”. Lo ha ribadito il capogruppo di FdI Paolo Truzzu durante una conferenza stampa convocata dai gruppi di opposizione proprio per chiarire i motivi per cui questa mattina non hanno partecipato al voto in Aula. “Questa ‘mozione magica’ serve solo a difendere l’indifendibile, non si può continuare a negare che il pasticcio lo hanno creato loro”, sottolinea Piero Maieli per Forza Italia. Due gli elementi per cui il centrodestra, che non ha mai ricevuto input da parte della maggioranza per trattare su una eventuale modifica del testo e che comunque non lo avrebbe fatto, ritiene irricevibile il documento con cui si impegna la Giunta ad appellarsi alla Corte costituzionale: il passaggio sul ripristino della legalità, contenuto nel testo stesso, e il tentativo della presidente di sottrarsi ad un giudizio. Per Umberto Ticca (Riformatori), si tratta di un “tentativo di disconoscere regole che da oltre trent’anni vigilano sulla funzione delle istituzioni”. Antonello Peru (Sardegna al centro 20Venti) insiste: “la presidente, come tutti, deve affrontare le aule ordinarie e non dribblarle con la Corte costituzionale”, mentre Franco Mula (Fi) non ha dubbi: “Todde avrebbe dovuto essere presente in Aula e prendersi la responsabilità di un provvedimento imperfetto e pericoloso”. Alice Aroni (Udc), infine, avverte: questo ricorso alla Consulta “sarà sicuramente rigettato, anche perché contiene accuse gravi a un organo dello Stato”. Per tutti comunque, non era necessario che il Consiglio “votasse un documento che la Giunta aveva tutto il diritto e le competenze per adottare da sola”.