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Quartu, riprende l’autista che guida col telefonino e viene insultato: “Sei carabiniere e napoletano, torna al tuo paese”

Lite e insulti a bordo della linea 1Q del Ctm. Un passeggero, militare e di origini campane, nota il guidatore con lo smartphone in una mano e lui reagisce malamente: “Brutta bestia, carogna, ma perchè non ti metti il telefonino nel naso? Napoletano del c****, ti faccio ca**** sangue”. IL VIDEO CHOC
La Redazione

Ha ricevuto una pioggia di insulti ma è rimasto impassibile, restando quasi senza parole davanti a quell’aggressione verbale che mai si sarebbe aspettato. Un passeggero del pullman della line 1Q del Ctm ha deciso di denunciare, rendendo pubblico il video che potete trovare di seguito, quanto gli è capitato a bordo del bus. Tutto è iniziato da una sua lamentela, condita con il filmato nel quale dovrebbe vedersi l’autista che tiene con una mano il volante e con l’altra il cellulare. Il guidatore si accorge di essere ripreso, ferma il mezzo e si avvicina al passeggero: “Di dove sei? Ma di dove sei tu? Tu non mi puoi riprendere, ti do una squartarata di mano”. Il passeggero è inflessibile: “Lei è in torto, stava parlando”. Parte delle sue parole sono però coperte dalle urla dell’autista: “Comprati un’auto quando non ti va bene il pullman. O brutta bestia, carroga, cargona”. Il video è stato divulgato sui social dal deputato campano Francesco Emilio Borrelli, che l’ha a sua volta ricevuto dal carabiniere.

E poi, la domanda che fa scatenare il finimondo: “Di dove sei?”. Risposta: “Di Napoli”. E l’autista: “Ma vattene a ca****, siete i primi buffoni, napoletani del c***”. Il passeggero resta impietrito e ha solo la forza di guardare un’altra passeggera, per cercare eventualmente conforto. “Signora, per lei è normale? “No, non è normale”. Un episodio decisamente increscioso, quello che ha visto protagonista suo malgrado un passeggero di un mezzo pubblico, attaccato e minacciato da un autista che, probabilmente, avrebbe potuto limitare le risposte al veleno con, magari, due semplici parole: “Mi scusi”.

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