Il Fass Shopping Center di Elmas non riceve solo applausi: i tanti sos di commercianti e albergatori
Il mega polo commerciale che aprirà nell’aprile 2026 a Elmas, il Fass Shopping Center, non fa tutti contenti.
Da un lato ci sono il Comune guidato dalla sindaca Maria Laura Orrù e l’Aspal che organizzano seminari e corsi gratuiti per sostenere i colloqui di lavoro e risultare tra i circa 1300 assunti previsti.
Dall'altro, pongono dubbi e numeri tutt'altro che allegri rappresentanti di commercianti, anche con impegni attivi in politica, e albergatori. E la polemica, come si dice in questi casi, è già bella che "calda".
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"Ogni volta che si apre o si espande un punto vendita della grande distribuzione organizzata, si verifica una sostituzione di spesa. I consumatori non aumentano proporzionalmente la spesa complessiva, ma spostano parte dei propri acquisti dai piccoli negozi verso il nuovo centro commerciale o supermercato", sostiene Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna.
"Quindi, ogni posto di lavoro creato nella grande distribuzione organizzata tende a sostituire un numero maggiore di posti di lavoro nei piccoli esercizi di prossimità"
Quali? "Alimentari, fruttivendoli, macellerie, dove il rapporto tra fatturato e occupazione è diverso".
In sintesi. "ogni busta paga creata nella grande distribuzione comporta in media la perdita di 3–5 buste paga nelle piccole imprese locali. L’effetto netto sull’occupazione è negativo e comporta anche una perdita di reddito territoriale e svuotamento dei centri urbani".
Emanuele Garzia, tra i più noti commercianti cagliaritani, è telegrafico ma netto: "Ma quante piccole aziende locali chiuderanno". Sul caso interviene con un lungo messaggio anche il capogruppo a Cagliari di Fratelli d'Italia, Pierluigi Mannino: "Ogni volta che si inaugura un nuovo centro commerciale, parte il coro: 'Evviva, nuovi posti di lavoro!. Come se si stesse aprendo un Eldorado occupazionale. Sì, perché niente fa notizia come un’insegna gigantesca illuminata a giorno che promette manna dal cielo per chi cerca lavoro. Ma aspetta un attimo, prima di stappare lo champagne, forse sarebbe il caso di fare due conti".
Quali? Questi: "Il dato battuto come un tamburo da chi vuol farci sognare è che i centri commerciali creano migliaia di posti di lavoro. E fin qui tutto bello, peccato che per ogni posto nuovo creato in questi giganti del consumo ce ne siano almeno sei che scompaiono tra le bancarelle del negozietto sotto casa o nei piccoli commerci di quartiere", analizza Mannino.
Facile capire perché: il nuovo centro strizza l’occhio al consumatore, con prezzi bassi, parking gratuito e aria condizionata, mentre il negozio di fiducia deve chiudere baracca e burattini.
"Tra il 2001 e il 2009, la grande distribuzione si è allargata come un esercito in marcia, aumentando del 64,6% la sua superficie, mentre i piccoli negozi sono calati di oltre 51mila unità. A conti fatti, quasi 130mila posti di lavoro persi nel commercio tradizionale contro soli ventunomila guadagnati nel grande centro commerciale. Insomma, per ogni posto di lavoro nuovo là dentro, sei spariscono altrove. Ma questa è una piccola svista che, evidentemente, a qualcuno non conviene raccontare.
 
			 
				 
				 
				 
							 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										