Petizione contro il degrado di Sant’Avendrace a Cagliari, il documento spedito a Zedda
Il quartiere di Sant’Avendrace, cuore storico di Cagliari, vive un profondo malessere che i residenti hanno deciso di denunciare pubblicamente. Un gruppo di abitanti, guidato da Francesca Dettori, ha inviato una lettera al sindaco per richiedere un incontro diretto e aprire un confronto sulle criticità che soffocano la zona.
- Leggi anche Cagliari, furti non stop nei raccoglitori di abiti usati: residenti di Sant’Avendrace furiosi
Gli autori del documento raccontano con amarezza come le istituzioni abbiano progressivamente dimenticato Sant’Avendrace e l’area di Santa Gilla. Dopo promesse elettorali, proclami e progetti mai realizzati, i cittadini osservano un quartiere sempre più degradato. Molti negozi hanno chiuso, le banche e gli uffici pubblici hanno lasciato le loro sedi storiche, e perfino la circoscrizione e il posto di polizia hanno abbandonato il viale principale.
I residenti ricordano anche il progetto di riqualificazione presentato nel 2018, con un finanziamento da 16 milioni di euro, di cui non hanno più ricevuto aggiornamenti. Nel frattempo, i cantieri aperti in diverse strade si sono trasformati in discariche a cielo aperto e hanno peggiorato la qualità della vita quotidiana.
La sicurezza
Il tema della sicurezza occupa un posto centrale nella lettera. Gli abitanti segnalano furti, atti vandalici e la mancanza di controlli costanti. Denunciano marciapiedi sporchi e pericolosi, soprattutto in via Santa Gilla, dove le radici degli alberi hanno sollevato l’asfalto. Segnalano anche la presenza di topi e il rischio legato agli attraversamenti pedonali, resi insicuri dalla velocità eccessiva delle auto.
Accanto al degrado urbano, emerge la mancanza di spazi di aggregazione per anziani e bambini, che priva la comunità di luoghi di socialità e di incontro. Per questo i cittadini non chiedono solo interventi urgenti, ma anche un piano di rilancio che valorizzi le potenzialità storiche e culturali del quartiere.
Sant’Avendrace, sostengono i residenti, conserva tesori archeologici come le tracce dell’antica Karalis e di Santa Igia, che potrebbero diventare attrattori turistici se adeguatamente tutelati e promossi.
Concludendo la lettera, gli abitanti ribadiscono la loro disponibilità a un confronto costruttivo, con l’obiettivo di trasformare il quartiere da simbolo di degrado a risorsa viva della città