Il 28enne Valerio Saba si suicidò, impiccandosi a Gupini, dopo alcune accuse su Facebook di essere pedofilo
Non avrebbe retto alla gogna mediatica e l’avrebbe fatta finita nelle campagne di Guspini dopo alcuni messaggi mandati ai parenti più stretti, in primis la madre. Ma il 28enne Valerio Saba, additato come “pedofilo” a Guspini, non lo era.
E adesso ci sono quattro persone, per il momento solamente indagate, che potrebbero finire a processo laddove venissero confermate-accertate le loro responsabilità. A darne notizia è il Corriere della Sera.
Valerio Saba, suicida dopo l’accusa di essere pedofilo a Guspini
Il calvario era iniziato a Guspini, quando un ragazzino aveva confessato di essere stato avvicinato da un uomo.
Al bimbo di 7 anni si aggiunse una bimba di undici, anche lei avrebbe puntato il dito conto Saba.
Meglio, contro la sua auto, di un colore particolare. Ma i parenti hanno sempre sosenuto che ci fossero altre macchine della stessa identica cromatura a Guspini.
"Nelle ore in cui i bambini dicevano di essere stati avvicinati dal pedofilo», afferma la sorella Vanessa, "Valerio neanche era a Guspini, era altrove, lontano, come hanno attestato le tracce sul gps dell’auto".
Un giovane tranquillo, lavoratore al mercato ortofrutta.
"Eppure il percorso per riabilitarlo non è stato semplice", dice l’avvocato Enrico De Toni, che con la collega Carmen Deiana assiste la famiglia, al Corriere della Sera. "Le nostre querele per diffamazione sono state dapprima archiviate e infine il gip ha disposto l’imputazione coatta per quattro dei dodici individuati".