Nuove scoperte archeologiche a Nora
Gli archeologi dell’Università di Padova che lavorano a Nora hanno scritto un nuovo capitolo nella storia della Sardegna antica. Gli scavi nella necropoli occidentale hanno portato alla luce dati che spostano indietro di quasi un secolo (800 anni prima di Cristo) l’arrivo dei Fenici nella penisola, aprendo scenari inediti sulle origini della città. E mettono in evidenza come a Nora popolazioni del Mediterraneo orientale e del nord Africa convivessero con popolazioni nuragiche locali.
Il reportage di ArchaeoReporter racconta questa scoperta e mostra come il lavoro sul campo non si limiti più al recupero dei reperti. Gli studiosi combinano metodi tradizionali con tecnologie avanzate: analisi stratigrafiche, rilievi digitali, indagini archeometriche. Questa sinergia permette di leggere i resti in modo nuovo e di rimettere in discussione convinzioni che sembravano consolidate.
I dati più recenti mostrano che Nora viveva già una fase urbana strutturata prima del pieno insediamento fenicio. La necropoli restituisce corredi funerari, ceramiche e materiali che documentano rapporti intensi con il Mediterraneo orientale. Gli oggetti raccontano commerci, migrazioni e contaminazioni culturali che risalgono a epoche più antiche del previsto.
Gli archeologi sottolineano anche l’importanza di un approccio multidisciplinare. Ogni frammento analizzato con tecniche di laboratorio aggiunge un dettaglio al mosaico storico. Le ricostruzioni 3D consentono di restituire al pubblico la complessità del sito e di comprendere meglio la vita quotidiana degli abitanti.
Queste scoperte non parlano soltanto agli specialisti. Esse offrono alla comunità locale e ai visitatori un’immagine più viva di Nora, città che per secoli ha intrecciato destini con Fenici, Punici e Romani. Ogni nuova evidenza arricchisce la memoria collettiva e rafforza il valore culturale del territorio.
Nora continua quindi a sorprendere. Ogni strato di terra rimosso non cancella il passato, ma lo illumina con una prospettiva diversa. La ricerca scientifica dimostra ancora una volta che la storia non resta immobile: si trasforma ogni volta che nuove prove emergono dal sottosuolo.