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No dei giudici: la moratoria sulle rinnovabili Sardegna è illegittima

Niente stop di 18 mesi: ma le norme sono già state abrogate dalla legge sulle aree idonee
La Redazione
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Era illegittimo l’articolo 3 della legge della Sardegna del luglio 2024 con la quale è stato introdotto il divieto di realizzare impianti da fonti energetiche rinnovabili per 18 mesi, nelle more dell’approvazione della legge regionale di individuazione delle aree idonee. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale nonostante la norma sia stata già abrogata dal provvedimento sulle aree idonee.
    Secondo la Consulta “non assume rilievo nell’attuale giudizio la sopravvenuta abrogazione della legge, poiché le disposizioni impugnate hanno ricevuto medio tempore applicazione (come si ricava dall’ordinanza del Consiglio di Stato del 16 dicembre 2024, n. 04777/2024, in cui si dà conto che l’assessorato regionale competente ‘ha comunicato la sospensione del procedimento ai sensi dell’art. 3 della l.r. Sardegna 3 luglio 2024 n. 5’), condizione che esclude la dichiarazione della cessazione della materia del contendere”.
    Nella sentenza depositata oggi in cancelleria, i giudici evidenziano che la legge impugnata dal Consiglio dei ministri “vìola i principi introdotti dall’art. 20 del d.lgs. n. 199 del 2021, quali il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 (comma 5), il divieto di introduzione di moratorie (comma 6), e l’avvio di procedure autorizzatorie agevolate per l’installazione di Fer nelle aree individuate temporaneamente da considerarsi idonee (comma 8)”.

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