Le feste e il Capodanno, in questi sgoccioli di 2024, non sembrano fare il pieno di turisti. Se è vero infatti che questo Natale ha portato un aumento del traffico negli aeroporti dell’Isola – 230mila passeggeri previsti nello scalo di Cagliari dal 22 dicembre al prossimo 7 gennaio – ma gli operatori del settore sostengono che in prevalenza siano soprattutto sardi, studenti o lavoratori, di rientro da fuori.
Si prevede dunque un Capodanno poco “movimentato” sotto il profilo turistico. Almeno per quanto riguarda coloro che vengono da oltre il Tirreno. Colpa anche dei costi molto alti dei biglietti aerei per chi non è residente in Sardegna. E sono tanti, in aggiunta, i sardi che scelgono di trascorrere all’estero la notte di San Silvestro. A reggere però è il turismo interno, ovvero coloro che da nord a sud dell’Isola scelgono di spostarsi, soprattutto per la notte del 31, per assistere a uno dei diversi concerti previsti per l’ultima notte dell’anno.
“Natale a casa – spiega Paolo Manca, presidente regionale di Federalberghi – con presenze negli alberghi di sardi di rientro, cioè parenti e amici che vengono a trovare le famiglie e che utilizzano le strutture alberghiere ed extralberghiere per dormire qualche giorno. Non abbiamo flussi turistici determinanti, tranne qualche piccola eccezione legata all’enogastronomia, cioè il pranzo di Natale, la cena del 24 in un albergo o in un agriturismo. Ma stiamo parlando di turismo interno”. E sul Capodanno “c’è naturalmente più movimento. Le principali città, Olbia, Sassari, Alghero, Castelsardo avranno il tutto esaurito negli alberghi aperti. Che sono il 20% con il 18% di posti letto, quelli sempre operativi: nessuna apertura in più per le feste natalizie. Stiamo parlando nella stragrande maggioranza di sardi. È sempre turismo, ma è un mercato interno”.
I sardi si muovono all’interno della Sardegna, dunque. Ma sempre, secondo gli operatori del settore, nelle vicinanze del proprio territorio. Soprattutto se la diffusione di eventi da sud a nord favorisce il cosiddetto consumo di contiguità. Un trend nazionale che parla di vacanze di prossimità, che bene o male farebbe lavorare alberghi e b&b.
Pochi i collegamenti aerei che possono soddisfare una richiesta possibilmente alta. “Dal primo aprile al 30 ottobre si lavora bene tutti – spiega Laura Zazzara, presidente dell’associazione Bb – Dall’1 novembre fino a fine marzo, con pochissimi collegamenti aerei si lavora malissimo, poco e niente. Ovviamente Natale e Capodanno è ancora peggio. Intanto quei pochi collegamenti che ci sono, che magari potrebbero portare qualcuno ogni tanto a venire in Sardegna, vengono saturati da chi torna in famiglia prenotando in anticipo. Quindi chi volesse venire per Capodanno o Natale non viene perché i prezzi sono alti e non si trovano i biglietti”.
E sul capoluogo, “A Cagliari tutto sommato, almeno per la notte del 31, registravamo il tutto esaurito. Quest’anno non è così perché abbiamo degli artisti incredibili, in cinque località vicinissime tra di loro. Con un’offerta del genere nessuno si muove da casa propria. Una situazione che mette nelle condizioni alcuni alcuni sardi che andrebbero a vedersi almeno tre di questi concerti di doverne scegliere solo uno: tutti nella stessa notte è quasi un peccato”. Risultato? “Ho parlato con diversi colleghi, mi sono fatta anche un’analisi sui portali di prenotazione: in Sardegna per Capodanno ci sono ancora molti posti disponibili. Con un’offerta così importante in tutta la Sardegna, sta portando poco movimento. E poi il problema dei collegamenti aerei. Si potrebbe scegliere la Sardegna per i concerti pazzeschi e passare il capodanno nell’isola. Ma se poi un volo costa 500 euro, uno va in altre destinazioni”.