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Un minuto di silenzio per le vittime di Sydney, bufera sul Michelangelo di Cagliari: “E i morti di Gaza?”

Il preside Raffaele Rossi (nel tondo) pubblica l’avviso, i Pro Pal insorgono: “Decisione non equa”
Paolo Rapeanu

La scelta del minuto di silenzio “esclusivo” per le vittime di Sydney al liceo Michelangelo di Cagliari crea malcontenti

Un gesto simbolico pensato per unire finisce per accendere una frattura profonda. Al liceo scientifico Michelangelo di Cagliari, un minuto di silenzio si trasforma in un caso politico e morale, capace di dividere studenti, famiglie e attivisti. Al centro della polemica c’è la circolare diffusa dal dirigente scolastico Raffaele Rossi, con cui l’istituto invita l’intera comunitĆ  scolastica a fermarsi alle 12 per ricordare le vittime dell’attacco antisemita avvenuto a Sydney.

Quindici le persone uccise durante la celebrazione della festa ebraica di Hanukkah sulla spiaggia di Bondi Beach, tra cui una bambina di 12 anni.

Il minuto di silenzio delle polemiche: "Facciamolo per i morti di Sydney", "E i bimbi di Gaza?"

Un’iniziativa che il preside definisce un atto dovuto di fronte a "un ennesimo e vile attentato terroristico". Ma la decisione non tarda a suscitare reazioni. Nel giro di poche ore, attivisti del movimento Pro Pal e numerosi genitori dell’istituto fanno sentire la propria voce, accusando la scuola di adottare una linea che considerano sbilanciata.

La commemorazione, sostengono, non tiene conto di altre emergenze umanitarie in corso, a partire da quella nella Striscia di Gaza dove, sino a poche settimane fa, ĆØ andato in scena quello che l'Onu, in primis, ha definito un genocidio.

In un messaggio indirizzato alla dirigenza, gli attivisti invitano a estendere lo stesso gesto simbolico anche alle vittime civili palestinesi, in particolare ai bambini. Viene citata la morte di otto neonati, deceduti per il freddo nelle ultime settimane, in un contesto che – secondo il movimento – resta drammatico nonostante la tregua, a causa della mancanza di tende, coperte e indumenti adeguati. "Non si può scegliere quali vite meritino memoria e quali no, scrivono, denunciando quella che definiscono una pericolosa selettivitĆ  nel ricordo delle vittime.

La nostra redazione ha cercato di avere anche una eventuale controreplica del dirigente scolastico. Il suo telefono personale dell'ufficio della scuola, al pari dello smartphone, ha però squillato a vuoto e due messaggi sono rimasti senza risposta.

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