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L’addio al militare morto dopo l’autopsia a Cagliari: “Troppi rischi per i lavoratori pendolari delle basi”

Il corpo di Francesco Pintus al Brotzu, il funerale non prima di martedì. Famiglia straziata a Meana Sardo, colleghi contro le strade dissestate
Paolo Rapeanu

Militare morto, autopsia a Cagliari e poi il funerale. L’ultimo straziante saluto a Francesco Pintus, il militare di 47 anni morto in seguito alle gravissime ferite riportate nel maxi incidente sulla 12 Var, andrà in scena la settimana prossima.

Funerale non prima di martedì, il pm ha sequestrato la salma e sarà eseguita l’autopsia, lunedì, al Brotzu. Residente a Quartu ma originario di Meana Sardo, è proprio nel suo paese che lo piangono tutti: i genitori Nino e Caterina, il fratello Daniele, la sorella Veronica e la sua fidanzata. In chiesa ci sarà, naturalmente, il sindaco Salvatore Bartolomeo Marras e tutto il paese.

Militare morto, prima del funerale l’autopsia a Cagliari

Intanto, i colleghi del militare morto, con i sindacati sigle sindacali nazionali SIM – Marina, AMUS – Aeronautica e SIAMO – Esercito, fanno sentire la loro voce sulla criticità delle strade sarde: “Con profondo dolore ci è giunta la notizia della scomparsa del collega militare rimasto gravemente ferito nell’incidente stradale avvenuto sulla 125 Var”.

“L’incidente, che ha coinvolto tre sottufficiali delle Forze armate impiegati presso il Poligono Interforze del Salto di Quirra, rappresenta l’ennesima drammatica conferma delle condizioni di rischio cui è esposto quotidianamente il personale pendolare, soprattutto quello dislocato in sedi disagiate e scarsamente collegate”.

Le asociazioni sindacali “esprimono vicinanza e cordoglio alla famiglia del collega deceduto, nonché solidarietà ai colleghi coinvolti e all’intera comunità militare del Poligono”.

“In qualità di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (APCSM) riconosciute e rappresentative a livello nazionale, SIM – Marina, AMUS – Aeronautica e SIAMO – Esercito interloquiranno con le autorità competenti per individuare misure concrete e sostenibili, atte a mitigare eventuali fenomeni incentivanti, diretti o indiretti, che possano spingere il personale a esporsi a rischi evitabili pur di adempiere agli obblighi di servizio”.

“La sicurezza e l’incolumità complessivi del personale militare devono tornare ad essere una priorità assoluta, soprattutto in contesti dove le difficoltà logistiche e infrastrutturali sono note da tempo, ma ancora troppo spesso sottovalutate”.

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