Carenza di medici a Quartu e Selargius: il caso in Regione
Carenza di medici a Quartu e Selargius: il caso in Regione. Quartu e Selargius vivono una situazione sanitaria sempre più critica. Centinaia di cittadini non trovano un medico di famiglia disponibile e molti ambulatori restano chiusi da mesi. Il Consigliere regionale Alessandro Sorgia porta il caso in Consiglio e chiede alla Giunta regionale un intervento urgente per colmare la grave carenza di medici di base che soffoca l’intero territorio.
Secondo i dati aggiornati, oltre 500 ambulatori restano vacanti in Sardegna e più di 320.000 persone non hanno un medico di riferimento. Nelle due città dell’hinterland cagliaritano, il problema asssaaume toni drammatici: migliaia di residenti, tra anziani e famiglie, sono costretti a spostarsi in altri comuni o a rivolgersi ai Pronto Soccorso per ottenere cure di base.
“Un diritto alla salute negato”
“Quartu e Selargius rappresentano la fotografia di un sistema che non riesce più a garantire il diritto alla salute”, dichiara Sorgia. “Le persone affrontano attese interminabili, ambulatori chiusi e un sovraffollamento nei reparti d’emergenza. La medicina territoriale deve tornare al centro della sanità sarda.”
Il Consigliere ha presentato un’interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta regionale azioni immediate e un piano di emergenza dedicato alle aree più colpite, tra cui proprio Quartu e Selargius.
Le richieste di Sorgia alla Giunta
Sorgia sollecita l’Esecutivo a: attivare incentivi economici e professionali per attrarre giovani medici, potenziare le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e le Case di Comunità previste dal PNRR, garantire continuità assistenziale anche in caso di pensionamenti o trasferimenti improvvisi e a pianificare una strategia estiva che risponda alla crescita dei flussi turistici e alla carenza di personale sanitario.
Un appello per la medicina territoriale
Sorgia riconosce il valore dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR), che introduce incentivi e indennità per le zone disagiate, ma evidenzia che queste misure non bastano a risolvere l’emergenza. “Serve una risposta immediata e concreta – conclude – per restituire dignità ai cittadini e ridare forza alla medicina di prossimità.”