Lavoro nero e sottopagato in Costa Smeralda, un operaio straniero ha visto la morte in faccia e, ora, non sa quale sarà il suo futuro. Si è fidato di un suo connazionale: “Vieni a fare l’operaio in Sardegna, sono capocantiere e ti darò vitto e alloggio”. E lui, Constantin Mogosc, si è fidato: a novembre è partito dalla Romania, lasciando la figlia e il resto della famiglia con la promessa di spedire, ogni mese, un po’ di soldi.
Invece, il 49enne stava per andarsene all’altro mondo. Dopo oltre sei mesi trascorsi “senza stipendio, senza contratto, con pochissimi soldi e un garage come luogo dove dormire”, racconta a Cagliari News l’avvocato Davide Mereu.
“Una decina di giorni fa, mentre stava usando una sega per dei lavori in un cantiere, presumibilmente abusivo, a Cannigione, il mio assistito ha quasi perso l’arto destro”.
Le immagini della mano desta sono choccanti: la lama è penetrata molto in profondità e senza trovare nessuna “resistenza”, purtroppo.
Ecco perchè c’è già chi grida al miracolo per il fatto che Mogosc sia ancora vivo: “I colleghi l’avevano portato all’ospedale di Olbia, lasciandolo poi lì alle cure dei medici”.
Lavoro nero sottopagato in Costa Smeralda col rischio di morire dissanguato
L’operaio ferito, privo anche del permesso di soggiorno, ha raccontato tutto ai carabinieri. I militari hanno già fatto partire delle indagini per risalire al presunto capocantiere (che ha già parlato con l’avvocato dell’operaio ferito, fornendo una sua versione dei fatti che andrà valutata) e capire se il cantiere di Cannigione vada chiuso oppure no, anche alla luce del gravissimo incidente capitato.
“Continuerò a sostenere il mio assistito, attendiamo le prossime mosse degli investigatori. C’è un’associazione benefica, nell’hinterland di Cagliari, disposta ad aiutarlo una volta dimesso”.
In campo, accanto al legale e al lavoratore, c’è anche Fabrizio Fadda, perito e presidente dell’associazione di volontariato solidale “Anti-Vessazioni Avi-Sardegna”.
Fadda osserva che “in questo caso, oltre alle disgrazie del povero vessato, ridotto in stato pietoso, ci preme evidenziare che la globalizzazione selvaggia, non gestita da un’Europa dei popoli ma dalle lobbies finanziarie, oltre a non aiutare la Romania, che avrebbe bisogno di qualche sinergia più utile dall’Italia, penalizza fortemente i lavoratori sardi che non vengono chiamati o stipendiati a dovere, per via dell’invasione di poveri rumeni, senza alcun diritto. Il tutto mentre la Ue ci impone competitività, come se non fossimo penalizzati dall’insularità”.