Anniversario Buggerru, Uil: “Quasi 6mila infortuni sul lavoro in Sardegna e 7 vittime in sei mesi è un numero elevatissimo: scriveremo alla presidente della Regione per attuare il patto siglato lo scorso anno”
Sono 5.870 le denunce di infortunio sul lavoro ricevute dall’Inail da gennaio a giugno 2025 in Sardegna, 70 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, sette le vittime. Solo a giugno sono state registrate 961 denunce di infortunio sia a lavoro che in itinere. Il settore più colpito è quello dell’industria e dei servizi (di cui fanno parte manifattura, edilizia, ma anche ristorazione, sanità), con 4.227 infortuni. Sono i dati riportati dalla statistica Inail aggiornata al 30 giugno scorso.
“E’ un numero troppo elevato – denuncia la Uil Sardegna -. Si deve investire molto di più su prevenzione e formazione”.
L’allarme arriva alla vigilia dell’anniversario dell’eccidio di Buggerru e del patto siglato lo scorso anno tra sindacati e Regione proprio sugli infortuni sul lavoro. Un patto che al momento è rimasto solo sulla carta, come dimostrato dalla mancata previsione nell’assestamento di bilancio regionale delle risorse. L’accordo prevedeva, tra le altre cose, azioni per promuovere la sicurezza sul lavoro in Sardegna puntando su prevenzione, formazione e controllo.
“L’articolo 5 del patto – ricorda la segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru – prevedeva il finanziamento triennale delle varie attività, ma non è stato fatto nulla salvo che ‘dimenticare’ le risorse per attuarlo. Scriverò alla presidente Alessandra Todde. Chiederemo un incontro urgente e l’apertura di un tavolo permanente sul tema infortuni sul lavoro”.
Secondo Murru bisogna assolutamente investire sulla sicurezza: “Non può essere sottovalutata – evidenzia – servono controlli ma non solo. L’azione pubblica e imprenditoriale deve puntare di più sulla prevenzione e la formazione dei lavoratori. Servono interventi mirati”.
Per la segretaria generale della Uil è necessario penalizzare le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza: “Devono essere escluse dal mondo del lavoro – ribadisce Murru –. Solo puntando di più su controlli, sicurezza, formazione e prevenzione si ridurrà il numero di morti e infortuni sul lavoro e non saremo costretti a leggere costantemente un bollettino di guerra”.